Non c’è alcuna motivazione per la quale sulle etichette di vino, birra ed in generale delle bevande alcoliche non compaia l’indicazione degli ingredienti usati e del valore nutrizionale del prodotto. Facendo eco alla dichiarazione del Commissario europeo alla sicurezza alimentare, Vytenis Andriukaitis, la Commissione Europea ha dato un anno di tempo ai produttori perchè si diano una autoregolamentazione che garantisca il diritto dei consumatori dell’Unione ad essere pienamente informati su cosa bevono. Se questo accordo non sarà trovato o non sarà considerato adeguato, interverrà d’imperio la Commissione stessa.
Le normative generali attuali sull’etichettatura delle bevande nell’Ue, entrate in vigore nel 2014, prevedono l’obbligatorietà delle indicazioni di ingredienti e calorie per tutti i cibi e le bevande e alcuni produttori già adesso forniscono queste informazioni. Alcuni Stati sono poi autonomamente intervenuti prevedendo normative più stringenti.

Le reazioni negative dei produttori di vino: no alla burocrazia

La Confederazione italiana agricoltori, Cia, ha immediatamente espresso alcune perplessità sull’iniziativa della Commissione europea: “I nostri produttori di vino – sottolinea l’organizzazione agricola – non hanno bisogno di ulteriori aggravi burocratici e i dettagli sul modo in cui verrebbero realizzate le nuove etichette sono difficilmente applicabili alla realtà vitivinicola europea, fatta di migliaia di aziende diversificate e non di poche imprese agro-industriali. Ai burocrati di Bruxelles sfugge evidentemente che il vino è un prodotto che ha origine dalla fermentazione naturale dell’uva e non da un processo industriale su larga scala. Non è pensabile realizzare specifiche etichette per ognuna delle tipologie di vino prodotte”. Ed è analogo il commento di Coldiretti: “L’etichettatura non deve tradursi in un inutile aggravio di oneri burocratici per le aziende vitivinicole a partire da quelle medio-piccole”.
Sul fronte opposto invece il commento della Beuc, l’associazione che raggruppa le organizzazioni dei consumatori Ue: «Dispiace – ha dichiarato la direttrice generale di Beuc, Monique Goyen – che l’Esecutivo Ue non richieda un’azione immediata per rendere obbligatoria l’etichettatura. Perché aspettare un anno per prendere in considerazione regole vincolanti? Queste sono l’unica strada percorribile se vogliamo che i consumatori in tutta l’UE siano informati su ciò che contiene il loro vino o la loro vodka».