La musica e la socialità sono elementi fondamentali per amplificare il piacere della
degustazione

Il vino è da tempo al centro di numerose ricerche volte ad indagare come le percezioni in termini di sapore, consistenza, piacevolezza possano essere influenzate dalle condizioni ambientali, da componenti di natura relazionale e sociale. Prima ancora di aver sorseggiato un calice di vino infatti il nostro cervello costruisce già una previsione della percezione guardando la bottiglia, la sua etichetta, il colore una volta versato.
Allargando lo spettro, grazie alle indagini di Qian Janice Wang, Professore Associato di Psicologia dei Consumatori presso l’Università di Copenhagen, si è scoperto come le persone che bevono lo stesso vino lo considerano più gustoso se al momento dell’apertura sono stati esposti al suono prodotto dal tappo di sughero rispetto a quello del tappo a vite e la percezione dei profumi verrebbe modificata a seconda del tipo di musica diffusa nell’ambiente in cui si consuma il vino. Tant’è: pare che i clienti siano disposti a pagare di più un calice se nel locale si suona musica classica o jazz rispetto alla musica pop, e che le persone bevano di più e più velocemente in un ambiente rumoroso.
Se ancora non bastasse, lo studio condotto dal professor Charles Spence, psicologo sperimentale e professore presso l’Università di Oxford, ha dimostrato che bere al ristorante anziché a casa finirebbe con l’amplificare il piacere della degustazione. Sulla base dell’indagine condotta per Berkmann Wine Cellars, azienda importatrice per il Regno Unito, è emerso che quasi i due terzi dei consumatori (62%) preferirebbero il gusto della propria bevanda quando sono a pranzo o a cena fuori, e che 8 su 10 (cioè l’84%) concorderebbero sul fatto che sedersi attorno ad un tavolo con ottimo vino, cibo delizioso ed una stimolante compagnia rappresenterebbe il loro “posto felice per eccellenza”.

25 aprile 2023