Progetto pilota dello stabilimento Buzzi Unicem di Monselice volto a ridurre l’impatto ambientale

Lo scorso 10 ottobre lo stabilimento Buzzi Unicem di Monselice (PD) ha presentato alle Istituzioni, alle parti sociali, sindacali e datoriali, e ad altri stakeholder del territorio un innovativo progetto pilota per catturare l’anidride carbonica sprigionata nella produzione del cemento. Il progetto, realizzato in collaborazione con l’azienda britannica Nuada, specializzata in questa tipologia di tecnologie, è parte della strategia aziendale rivolta a ridurre l’impatto ambientale della produzione e raggiungere obiettivi di sostenibilità. I cementifici rilasciano infatti grandi quantità di CO2, liberata nei processi produttivi dalla scomposizione del calcare, è per questo che l’obiettivo di raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050 risulta particolarmente sfidante e non può prescindere da modalità di cattura dell’anidride carbonica.

Il sistema attuale  

I sistemi attualmente disponibili a livello industriale per la cattura dell’anidride carbonica sono basati sul riscaldamento e sono molto energivori, mentre il progetto pilota realizzato presso lo stabilimento Buzzi Unicem si distingue per l’utilizzo di una tecnologia che sfrutta materiali avanzati e la pressione anziché il calore, con un grande risparmio in termini di energia e di costi. “Questo assessorato – afferma l’assessore regionale al lavoro Valeria Mantovan –   ha seguito negli anni la crisi dei cementifici e coordina, con l’Unità di crisi aziendali, un tavolo permanente in sede regionale. Lo stabilimento di Monselice, acquisito da Buzzi Unicem nel 2017, oggi conta oltre 100 addetti, senza considerare l’indotto. Ha superato la crisi grazie ad una strategia industriale di rilancio lungimirante, basata su investimenti produttivi e per la salvaguardia ambientale che oggi gli consentono di essere efficiente e competitivo, ma anche di presentare livelli di emissioni ben al di sotto dei limiti di legge. Il progetto pilota presentato a Monselice ha sperimentato e dimostrato la capacità di catturare una tonnellata di CO2 al giorno dai gas di scarico dello stabilimento con un impiego di energia drasticamente ridotto rispetto ai sistemi tradizionaliE’ un modello che va verso l’unica direzione che oggi riteniamo praticabile, quella che consente di coniugare l’efficienza della produzioni e la salvaguardia dell’occupazione con la massima tutela dell’ambiente, contemperando sostenibilità economica, sociale e ambientale”.

(Fonte: Regione Veneto)

27 ottobre 2024