Nei primi due mesi del 2016, l’export dell’agroalimentare Made in Italy ha segnato un aumento del 3,3% su base annua rispetto al 2015, anno record quando aveva raggiunto i 30,3 miliardi di euro con un +6,5% sul 2014). L’agroalimentare è quindi arrivato a rappresentare una quota pari al 7,3% sul totale dell’export italiano complessivo.
Analizzando i dati mercato per mercato, il primo di riferimento è quello della Germania, con quota del 16% sull’export agroalimentare complessivo e un valore di 4,8 miliardi di euro, seguito dagli Stati Uniti con una quota dell’11,7% e un valore di 3,4 miliardi. Al terzo posto c’è la Francia, con una quota dell’11,2% e un valore di 3,4 miliardi, mentre il Regno Unito, al quarto posto, segue con una quota del 9,6% e un valore di 2,9 miliardi. Infine c’è la Svizzera (3,7% di quota export made in Italy e un valore di 1,1 miliardi di euro). Le crescite più importanti a livello potenziale sono il Vietnam (+71,3%), l’Arabia Saudita (+37,2%), la Cina (+26,1%), gli Emirati Arabi Uniti (+25,6%), l’Indonesia (+21,4%) e Stati Uniti (+19,5%). Guardando invece i comparti che hanno maggiormente contribuito nel 2015 alla grande performance dell’export made in Italy, le bevande occupano il primo posto, con una quota del 24,1%, seguito da altri prodotti alimentari (19,4%), prodotti da forno e farinacei (11,8%), frutta e ortaggi lavorati e conservati (11%) e infine la carne (10,2%).