La Commissione europea ha garantito la prosecuzione della promozione del vino nei Paesi terzi anche per più di cinque anni consecutivi: particolare soddisfazione è stata espressa a tal proposito dal presidente del Consorzio vino Chianti, Giovanni Busi, che si augura che da qui al 2021 si intervenga definitivamente sulla normativa per eliminare questa stortura, per poter pienamente e liberamente operare su mercati, come la Cina, dove la programmazione deve essere necessariamente di lungo termine, ben oltre i cinque anni.A far sortere l’intera questione era stata una interpretazione di una norma comunitaria, richiesta dalla Spagna, che rischiava di escludere i finanziamenti dell’Ocm vino per la promozione in alcuni Paesi terzi nel quinquennio 2018-2023. Il governo spagnolo aveva chiesto infatti se fosse legittimo usare i fondi Ocm per promuovere il vino in quei paesi dove era già stata fatta promozione nei cinque anni precedenti. Una clausola nello specifico avrebbe escluso tutti i consorzi e i soggetti interessati ad usare i finanziamenti europei per fare promozione su mercati fondamentali come Usa e Cina.

Il Consorzio del Chianti punta l’indice contro il Governo per i ritardi nella predisposizione dei piani

Ora, dopo un sollecito di chiarimento da parte di Italia, Francia e Portogallo, è arrivata la risposta positiva da parte della direzione generale Agricoltura della Commissione dell’Unione europea, che ha precisato che fino all’anno 2021 si potranno fare attività promozionali negli stessi mercati, considerando l’inizio del quinquennio dal 2016.
Il Consorzio resta però preoccupato sul versante interno e ribadisce l’appello già lanciato al nuovo Governo per far fronte ai gravi ritardi a livello ministeriale nella predisposizione degli atti amministrativi per chiarire le opportunità disponibili per aziende e consorzi e per l’avvio alla presentazione dei progetti per la campagna di promozione 2018-2019. «Ad oggi – ha spiegato il presidente Busi – è stato semplicemente riproposto il decreto di attuazione dell’anno scorso, ma non sono partite le procedure necessarie per presentare i progetti. Dobbiamo fare presto, altrimenti non ci saranno più i tempi tecnici e sarà a rischio tutta l’attività promozionale estera».