Intervista a Bruno Ferrarese, comproprietario di Idrobase, azienda leader nella produzione di idropulitrici professionali.

Il mercato di Idrobase varca il confine nazionale: la percezione dell’Italia all’estero è cambiata con il cambio di governo e con la seguente la manovra, o è rimasta immutata?
La percezione dell’Italia non ha subito cambi radicali poiché ha il suo “plus” nel made in Italy, settore nel quale noi lavoriamo. Più che basarsi su fatti come quelli del “bunga bunga”, guardano le performance delle aziende, la qualità e quello che esse possono dare. Se l’Italia andasse meglio di ora, questo potrebbe aiutarci, non solo per l’aspetto dell’immagine ma anche per quello economico: meglio va il Paese, più bassi sono i costi, e più semplice può essere la nostra vittoria nei mercati internazionali.

Quando Idrobase si presenta al mercato internazionale, mostra solo la propria realtà o anche il sistema Paese incide nelle scelte dei committenti?
Noi presentiamo il sistema Paese, se questo zoppica, zoppica anche la nostra offerta. Nel sistema Paese fortunatamente non rientra solo la politica italiana ma anche il nostro territorio, il nostro buongusto e il nostro cibo, cose molto apprezzate dal sistema internazionale. Da questo punto di vista siamo molto apprezzati e quando dico che la nostra azienda è fra Padova e Venezia mi guardano con un’aria d’invidia. Il sistema Veneto, ma più in generale il sistema Italia quindi è molto importante.

L’azienda Idrobase fa parte di Italian Cleaning, consorzio di PMI leader nei settori della pulizia professionale. Se Italian Cleaning è cresciuto del 1,3%, Idrobase è cresciuta del 17%. Dal 2003 vi siete sempre sviluppati, fatta eccezione per il 2009, dove c’è stato un calo del 10%. Con la crisi in atto e la vostra chiusura in positivo possiamo dire che avete imparato la lezione?
Il 2009 è stato un anno orribile per molte aziende, abbiamo preso una bella bastonata perché le nostre previsioni erano di bissare i risultati degli anni precedenti mentre sono stati inferiori del 10 %.
L’anno scorso abbiamo chiuso con una crescita del +17% e per quest’anno abbiamo messo in preventivo uno sviluppo del +8%.  Le prospettive sono ottime, perché il nostro team è di persone giovani, di cui il 60% è laureato e il 90% parla inglese. Penso che il futuro possa essere nostro e pensiamo, nei prossimi cinque anni, di poter raddoppiare i nostri fatturati
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A proposito di percentuali, dai dati del vostro bilancio, aumenta la fetta di fatturato dai paesi extra comunitari, diminuisce invece il fatturato italiano. Le percentuali sono +59% all’estero, -20% in Italia. Come si spiega questo fenomeno?
La nostra fetta di mercato è diminuita in Italia e nell’Europa continentale perché i nostri prodotti (idropulitrici e impianti di nebulizzazione), in questa nazione sono arrivati a un livello di saturazione ed è più difficile poter aumentare le quote di mercato.
Nel resto del mondo, Russia, Cina, Australia, Sud America, o l’Africa stessa, c’è una grandissima richiesta di prodotti per la pulizia, e noi davanti a questa richiesta, cerchiamo di fare la nostra parte.

Quando si parla di Sud America, viene citata soprattutto l’Argentina. Questo è sorprendente perché, pensando all’economia trainante del Sud America, si pensa a quella brasiliana. Questo vuol dire che l’Argentina ha superato i problemi?
L’Argentina non ha superato tutti i problemi e, come il Brasile, ha un regime doganale molto severo. Sono due grandi nazioni. Certo è che noi, essendo una piccola-media azienda non possiamo affrontare tutti i mercati assieme. Il Brasile è un nostro obiettivo futuro e dal 2013 e abbiamo in programma lo sviluppo delle nostre vendite anche in questo mercato.
Un passo alla volta.

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