Il settore della moda maschile italiana dovrebbe archiviare il 2016 in moderata crescita: secondo le stime elaborate da Sistema Moda Italia e diffuse a Firenze in occasione dell’edizione 2017 di “Pitti Uomo”, il fatturato aumenta di un +0,9%, sfiorando i 9 miliardi di euro. Il valore della produzione assisterebbe ad un recupero rispetto al 2015, arrivando a crescere del +1,2%. Sul fatturato settoriale incide il rallentamento che ha interessato le vendite oltreconfine: anche nel corso del 2016 si profila un’ulteriore decelerazione da ricondurre principalmente agli emergenti, nonché ad un andamento meno positivo del previsto della domanda USA. Si stima comunque una crescita delle vendite oltreconfine pari al +1,9%, corrispondente a quasi di 5,8 miliardi di euro.
Dinamico appare ancora tutto il Far East che nei primi nove mesi 2016 vede Hong Kong al +14,6%, il Giappone al +11,3%, la Cina al +5,6% e la Corea al +1,8%. Positiva l’Europa, con un +3,9%, trainata da Germania, +7,1%, Regno Unito, +7,7%, e Spagna, +13,5%. Negativa invece la Russia, ferma al -0,9%, e ancora in flessione il mercato interno con un -1,6%.
In questo quadro piuttosto contrastato, durante Pitti Uomo è stata annunciata la nascita di un’unica federazione in Confindustria per rappresentare l’intero comparto moda. A mettersi insieme sono il tessile-abbigliamento di Smi, le scarpe di Assocalzaturifici, le borse di Aimpes e gli occhiali di Anfao: associazioni che non scompaiono, ma si alleano dando vita a un nuovo soggetto che rappresenterà la moda italiana e che, con i suoi 90 miliardi l’anno di fatturato, sarà il secondo per importanza dopo la meccanica.