A seguito del ritrovamento sul mercato russo di un vino in lattina riportante la dicitura Asti Docg, il Consorzio di tutela ha organizzato un incontro con una qualificata delegazione del Ministero dell’Agricoltura e del Servizio Federale Doganale russo, a cui hanno preso parte rappresentanti dell’ICQRF. L’obiettivo di questo tavolo di confronto svoltosi a Mosca è di giungere ad un protocollo condiviso, che individuando i tratti fondamentali dell’Asti Docg aiuti i funzionari russi a distinguere l’originale dal contraffatto, spesso prodotto nei paesi limitrofi. Per quanto sia stato unanime il riconoscimento del buon lavoro svolto dagli ufficiali di frontiera, è emersa la difficoltà che esiste laddove si tratti di proteggere una Denominazione di Origine, viste le sue peculiarità.
Accanto ad una copia del Disciplinare di Produzione dell’Asti Docg tradotto in lingua russa, il Consorzio ha segnalato gli elementi principali su cui gli uffici preposti alla vigilanza nel settore vitivinicolo dovrebbero concentrarsi: il confezionamento in vetro, le diciture in etichetta e la presenza obbligatoria della fascetta ministeriale sul collo della bottiglia, della quale si è mostrato il potenziale. Semplicemente inserendo nel sito del Consorzio il codice univoco presente su ogni fascetta è possibile ottenere i dati di tracciabilità, permettendo così il confronto con quanto riportato in etichetta.

Il danno è direttamente economico, ma ancor peggiore è quello all’immagine di qualità del vino d’Asti

Ferma è la posizione del Direttore del Consorzio, Giorgio Bosticco: «Il confronto con le istituzioni locali è fondamentale per raggiungere la più ampia tutela dell’Asti Docg in Russia. Come spesso capita per i prodotti ad elevato valore simbolo del Made in Italy, anche qui si stanno verificando casi di contraffazione».
«L’immissione a prezzi concorrenziali di prodotti qualitativamente inferiori – continua Bosticco – oltre a provocare un enorme danno economico, mina l’immagine del nostro vino, che anche in Russia è sinonimo di qualità e lusso accessibile. Per questo, nello svolgimento dei poteri di tutela della Denominazione, il Consorzio dell’Asti Docg si impegnerà presso tutte le sedi preposte affinché tale fenomeno sia sconfitto ed i responsabili ne paghino le giuste conseguenze».