Lei è oggi un imprenditore agricolo che arriva in questo settore da esperienze manageriali nel mondo industriale. Con il suo modo di vedere, siamo garantiti nel nostro paese per quanto riguarda la sicurezza alimentare e agroalimentare?

Sicuramente siamo garantiti, perché siamo sottoposti ad una serie di numerosi controlli dalla produzione nel primario fino alla trasformazione prodotto. Da questo punto di vista non si può dire nulla perché in Italia siamo esposti probabilmente a molte più regole che in altri paesi, specialmente di nuova adesione alla Comunità europea. Con questo però non bisogna fermarsi, c’è sempre da migliorare.

Le norme in Italia non mancano sia per la sicurezza sia per la qualità del prodotto. Ma c’è poi chi controlla nel tempo?

Sì, i controlli ci sono. Li ho sperimentati anche personalmente e in qualsiasi azienda agricola arrivano. Quello che possiamo verificare è che si facciano gli stessi tipi di controlli a breve distanza di tempo da parte di enti diversi. Ecco, quello bisognerebbe evitarlo perché è uno spreco di energie inutile.
E’ quindi sempre auspicabile che ci sia un coordinamento maggiore e una continua informazione trasversale, però si può dire, con assoluta tranquillità che nel nostro paese, la prevenzione è fatta bene ed è molto penetrante nel nostro sistema.

Lei è presidente di Confagricoltura Veneto da poco, quel’è il sogno nel cassetto del suo mandato?

La nostra missione è quella di aiutare le nostre imprese agricole, di facilitargli la vita per poter competere sul mercato. Per farlo dobbiamo avere degli ottimi rapporti con le amministrazioni a tutti i livelli, e ottenere anche dalle amministrazioni pubbliche aiuto e collaborazione di cui le nostre aziende hanno assoluto bisogno. Oggi come oggi, il nostro carico burocratico è di una pesantezza tale da limitarci nella competizione internazionale che dobbiamo affrontare.

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