Il problema del controllo sull’impatto ambientale dei processi produttivi localizzati in Paesi al di fuori dell’Unione Europea, con legislazioni meno severe delle nostre, non è più affrontabile solo dai singoli marchi. Lo sostiene Mario Boselli, presidente della Camera nazionale della Moda, sollecitando «un’azione coordinata dell’Unione Europea, su pressione delle competenti Autorità del Governo italiano. Con l’obiettivo di indurre gli organismi sovranazionali ad accelerare l’armonizzazione delle legislazioni dei singoli Stati membri con standard più avanzati, a tutela della salute dei consumatori e, più in generale, dell’ambiente».
L’invito arriva nell’ambito del tavolo di lavoro permanente dedicato al tema della sostenibilità organizzato dalla Camera nazionale della Moda italiana. Al tavolo partecipano tutti grandi marchi aderenti al Manifesto della sostenibilità, già presentato al pubblico lo scorso luglio. «Nel mondo – sostiene Boselli – va crescendo una sempre più diffusa sensibilità in relazione alle tematiche eco-tossicologiche, alla tutela dell’ambiente, alla sicurezza dei prodotti e alla tutela della salute delle persone». Il tavolo, riferisce la Camera della moda, è già arrivato ad alcune conclusioni, per quanto riguarda la sicurezza per la salute dei prodotti commercializzati dagli aderenti al Manifesto.
A questo si accompagna «il massimo impegno per assicurare il rispetto delle avanzate normative europee Reach nel controllo delle diverse fasi di produzione gestite direttamente, sia per quanto riguarda le emissioni in atmosfera, sia per gli scarichi nell’ambiente».