Los Angeles si unisce alla politica già adottata da San Francisco, Berkeley e West Hollywood e diventa la quarta città degli Stati Uniti a bandire industrie e vendita di pellicce animali. L’annuncio lo ha dato Bob Blumenfield, membro rappresentante del City Council di Los Angeles: «Il Council ha votato e la decisione è unanime nel tagliare fuori questa pratica disumana. Non c’è ragione di indossare pellicce nel 2018, certamente non nella soleggiata Los Angeles».
Sulla scia di questa politica crueltyfree, già abbracciata anche da case di moda prestigiose quali Armani, Gucci, Burberry, Tommy Hilfigher ed altri, l’organizzazione PETA per il trattamento etico degli animali ha commentato: “La decisione è davvero potente perché quando Los Angeles parla, il mondo ascolta. Adesso è la città più grande e affermata a dire al mondo che le pellicce ormai sono morte, ma non è certo la sola città a prendere questa iniziativa. Nel mese di marzo, a seguito di numerosi appelli da parte di PETA e degli attivisti, anche San Francisco ha votato per bandire le vendite delle pellicce”.

Il futuro delle concerie sarà nella riconversione della produzione al sintetico di alta qualità

Questi cambiamenti all’insegna della moda etica e fur free inducono a una riflessione che, presentata dal punto di vista di chi lavora nelle concerie, trova comunque ragion d’essere: cosa ne sarà delle aziende di pellicce? Il calo della produzione e delle vendite avrà sicuramente degli impatti negativi sul business, a meno che non si inizi a specializzarsi in pellicce sintetiche di qualità (come già fa con grande successo il marchio inglese Shrimps, ad esempio). Ma il presente, intanto, ha già preso la sua decisione: guardare al futuro della moda, evolversi e allontanarsi da una abitudine che con la moda avanguardista odierna ha ormai ben poco a che fare.