Al Governo è stato presentato il piano di medio e lungo periodo redatto da “Sistema Moda Italia”

Sistema Moda Italia è la federazione del tessile e della moda che fa capo a Confindustria Moda: con l’aiuto della Business School dell’Università Carlo Cattaneo, l’ateneo universitario privato a carattere manageriale di Castellanza, in provincia di Varese, ha elaborato un piano di interventi per il rilancio di un settore che, con poco meno di 400.000 addetti e poco meno di 50.000 aziende, costituisce una componente fondamentale del tessuto economico e manifatturiero italiano.
Se non si intervenisse subito, sostiene SMI, il rischio è che in tre anni vadano perduti 70.000 posti di lavoro (-17%) e 6.500 imprese (il 15% del totale), con un fatturato complessivo che oggi è ancora lontano (-16%) dai livelli del 2019.
Il piano è già stato inviato al Presidente del Consiglio, Mario Draghi, e ai Ministeri economici e del lavoro. Prevede un investimento complessivo di 8 miliardi per interventi urgenti e di medio e lungo periodo. Il primo pacchetto di emergenza pesa per 2 miliardi e prevede il prolungamento della Cassa Covid per tutto il 2021, l’accompagnamento delle imprese in fase di ristrutturazione, politiche di riqualificazione e ricollocamento dei lavoratori. Un più corposo pacchetto, 4 miliardi, dovrà essere finalizzato allo sviluppo strutturale della filiera puntando su sostenibilità e sull’innovazione creativa e tecnologica.

Marino Vago
presidente
SMI

Solo con una solida politica di investimento sarà possibile preservare la filiera della moda italiana, che è l’unica rimasta intatta in Europa e va tutelata. I ristori servono più in fretta possibile, perché le imprese si sono indebitate per tutto il 2020 e un altro anno è difficile da superare.
C’è una tendenza verso le aggregazioni nei prossimi 36-48 mesi per il settore. Da imprenditore dico che il tema è una delle iniziative sul tavolo, ma si tratta di una politica generale del Paese: forse servirebbe una mini-Iri pubblico-privata.