Importante è che lo sforzo delle aziende private sia sollecitato e guidato dai governi nazionali

Anche quest’anno, anzi sarebbe giusto dire ancor di più quest’anno visto la centralità che in tutto il mondo stanno assumendo i temi ambientali, sono stati i “Green Carpet Fashion Awards” a concludere la Milano Fashion Week Donna (ne abbiamo scritto qui). Idealmente lo scettro è ora nella mani parigine del “Circular Fashion Summit” organizzato dalla prima piattaforma di moda circolare, Lablaco, a sostegno degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite 2030.
Il Circular Fashion Summit, per impedire che i capi inutilizzati finiscano nelle discariche, invita tutti a condividere i capi usati su Lablaco aderendo alla campagna collettiva “#FashionFootprintChallenge”, che mira a mettere in ricircolo 100.000 capi in 12 mesi, risparmiando 2.000 tonnellate di CO2 e 3 milioni di litri d’acqua.
Tutti possono condividere e donare i capi che non usano più usando l’app di Lablaco, e ogni capo condiviso sarà aggiunto al contatore collettivo globale. Si riceverà inoltre un personale calcolo dell’impatto, che corrisponde al risparmio di CO2 sull’ambiente, che verrà tramutato in uno sconto per acquistare capi da collezioni di “Impact Design” da designer brand internazionali, tutto nella stessa app.

Christine Goulay
responsabile sostenibilità
gruppo Kering

Lavoro in maniera sostenibile da più di 10 anni e sicuramente ho avuto modo di vedere cambiamenti importanti nell’approccio delle aziende. Per prima cosa, il tema sta diventando davvero popolare nelle menti dei consumatori, dei governi e delle aziende. Molti brand del lusso hanno definito la loro strategia con obiettivi concreti la cui attuazione verrà dimostrata in modo trasparente.
Le legislazioni nazionali sono incredibilmente importanti nel guidare i cambiamenti a livello sistemico: per esempio, il Comitato di ispezione ambientale del Parlamento britannico ha lanciato un questionario sull’impatto sociale ed ambientale del Fast Fashion e più in generale sull’industria dell’abbigliamento, mentre il governo francese sta cercando di approvare una nuova norma per evitare che le aziende distruggano i propri capi d’abbigliamento invenduti.