Oggi inquina più di tutti gli aerei e tutte le navi messe insieme: ma a cambiare può guadagnarci

A sottolinearlo è una banca internazionale importante quanto la britannica Barclays nel suo report “Global fashion: green is the new black”: l’impatto negativo sull’ambiente del comparto moda continuerà inevitabilmente a crescere nei prossimi anni e entro il 2030 sono attesi aumenti rispetto al 2015 nel consumo di acqua (+50%), per le emissioni inquinanti (+63%), per i rifiuti creati (+52%).
Già oggi la produzione di capi di abbigliamento e di scarpe oggi assorbe l’8% delle emissioni di gas serra a livello mondiale, più di quanto non sia addebitabile all’insieme dei voli aerei internazionali e dai collegamenti navali commerciali. E produce 3,3 miliardi di tonnellate di anidride carbonica, pari a quello dell’intera Europa.
Il futuro è ancora più fosco: nel 2030 la popolazione sulla terra toccherà quota 8,5 miliardi e saranno necessarie oltre 500 miliardi di t-shirt. Se si tiene conto che la produzione di una maglietta di cotone ‘costa’ 2.700 litri d’acqua ben si capisce che questo trend è insostenibile.

Secondo il report di Barclays, se le cose continuassero ad andare in questo modo le aziende del fashion si troverebbero a registrare un enorme calo dei profitti. Al contrario, l’avvio di una riconversione in nome dell’ambiente potrebbe produrre vantaggiosi risparmi: 32 miliardi di dollari all’anno per la minor acqua consumata, 67 miliardi per le ridotte energetiche, 7 miliardi derivati dal minor impiego di prodotti chimici, 4 miliardi ricavati dalla minore creazione di scarti.
Secondo il report di Barclays, allora le aziende dovranno concentrarsi sullo sviluppo di nuovi materiali a basso impatto che possano portare un vero cambiamento nell’industria e lavorare sulla scalabilità sia dei materiali sia delle tecnologie. Tra queste ultime, particolare rilievo dovranno avere quelle per la riduzione degli sprechi, sia durante la produzione sia dopo l’utilizzo: si stima infatti che l’80% dei capi, una volta dismessi, finisca in discarica o nell’inceneritore.