La manifestazione fiorentina mostra straordinaria partecipazione e forte attenzione all’ambiente

L’edizione numero 97 di Pitti Uomo, l’appuntamento di Firenze che a gennaio apre la stagione delle grandi manifestazioni della moda internazionale, ha scelto due assi che certamente saranno quelli portanti per l’intero 2020 del fashion: artigianalità e sostenibilità. In una Fortezza da Basso gremita in 60.000 metri quadri dagli stand di 1.203 marchi, di cui 540 esteri (il 45% della fiera) con 265 nomi nuovi o rientri, la manualità e la tradizione convivono con le ricerche più avanzate, specie nel settore tessile e delle tinture.
La moda è da sempre in prima fila nel percepire, e suggerire, i cambiamenti nella società: certamente non può sfuggire al richiamo quindi al richiamo più ‘moderno’, quello green. Bandiere al vento allora per il tema “Show Your Flags at Pitti”, tessuti sempre in movimento che rappresentano storie e valori, appartenenze e aspirazioni, proprio come gli abiti che indossiamo.

Anche il Principe Carlo d’Inghilterra ha voluto rivolgere un video messaggio al Pitti People sui temi della sostenibilità che lo vedono da sempre paladino della riscoperta dell’utilizzo della pura lana nel fashion grazie all’impegno per Campaign for Wool e al suo impegno per la cura degli animali e della natura. Stessa sensibilità e impegno per la tutela e sviluppo della moda come fonte di lavoro per Francois-Henri Pinault, presidente e amministratore delegato del Gruppo Kering che riceverà dal sindaco Nardella il Fiorino d’oro della Città di Firenze. Le manifatture che presiede nell’hinterland fiorentino, da Gucci a Saint Laurent, sono un esempio di alto valore manifatturiero. E Pitti Uomo ospita anche Andrea Cavicchi, presidente del Consorzio Detox e la seconda edizione di “The Time Is Now! – New Citizen 1.5” con lo IED e Greenpeace.