Un maggio così freddo e piovoso ha colpito pesantemente gli acquisti primaverili che segnano un calo del -30% rispetto all’anno scorso. E a farne le spese sono, ovviamente, abbigliamento e calzature. Tant’è che le associazioni di categoria riflettono sull’opportunità di posticipare i saldi sia invernali che estivi.
«Cambiare le date si può – afferma Diego Pedrali, consigliere di FedermodaItaliama serve condivisione. Posticipare le date è l’elemento trainante per poter salvare le nostre attività. Per questo motivo dobbiamo richiamare sia a livello politico, sia locale l’attenzione sulla situazione creata per via del brutto tempo. Dovremmo chiedere lo stato di calamità per i danni subiti». D’altronde durante i saldi dell’inverno scorso, nonostante la partenza promettente, si sono contraddistinti nel settore abbigliamento e calzature per un calo dei consumi. Il riscontro statistico di inizio 2019 per l’abbigliamento mostra per le vendite durante il periodo degli sconti una diminuzione del -15% rispetto al 2018.

Tutto il comparto abbigliamento e scarpe ha visto un forte riduzione della spesa media delle famiglie

I dati generali presentano un fenomeno ancor più allarmante: in Italia, dal 2011 ad oggi sono spariti oltre 13.000 negozi di abbigliamento e 3.300 di calzature. A rivelarlo è Confesercenti attraverso lo studio “2011>2020 l’Italia che non cresce”. Secondo il report: “quella dell’abbigliamento è una crisi nella crisi. La relativa spesa delle famiglie è scesa del -17,5% in 8 anni, per un totale di quasi 8 miliardi di euro in meno”.
Sul totale dei consumi italiani, la quota dedicata a “vestiario e calzature” si attesta oggi al 4,4%, molto inferiore a quel 13,6% registrato nel 1992 che ci poneva, assieme al Giappone, al vertice della classifica mondiale. “È giunto il momento di creare specifiche misure di sostegno per il settore” commenta Confesercenti che ha prodotto anche una ricerca regionale secondo la quale le famiglie valdostane sono quelle che spendono di più per abbigliamento e calzature: 2.134 euro l’anno, oltre 800 euro in più della media italiana. Bene anche il Molise con 1.808 euro l’anno: il 6,3% del loro budget complessivo, più della “regione della moda”, la Lombardia, dove le famiglie spendono 1.717 euro, il 4,2% del bilancio annuale. A tagliare di più sugli acquisti di moda, invece, sono Sardegna, Liguria e Friuli-Venezia Giulia, dove la spesa media delle famiglie in abbigliamento e calzature non raggiunge i 1.000 euro l’anno.