Nel 2012 la moda maschile italiana dovrebbe evidenziare un risultato positivo in termini di fatturato pur registrando un ridimensionamento rispetto alla crescita messa a segno nel 2011, secondo le stime elaborate da Sistema Moda Italia alla vigilia dell’ottantatreesima edizione di Pitti Uomo a Firenze. In particolare il rallentamento si è manifestato nella seconda parte dell’anno e il quadro congiunturale, osserva Smi, resta “fragile e complesso non solo a livello nazionale ma anche internazionale”.
Smi stima per il 2012 “un giro d’affari settoriale in crescita del +1,9%, corrispondente a 8,6 miliardi di euro”, mentre il fatturato 2011 era stato pari a 8,4 miliardi di euro contro gli 8,1 del 2010. Nel 2012 la maggior spinta all’industria italiana della moda maschile è da ricondurre ancora una volta al mercato estero, in particolare extra-europeo. Secondo Smi “su base annua si stima un incremento dell’export nell’intorno del +2,4%, pari a circa 5 miliardi di euro, mentre l’import dovrebbe flettere almeno del 9,1%”.
Per l’attivo commerciale settoriale, “a fronte del suddetto andamento degli scambi con l’estero, si stima un deciso rimbalzo, che porterà il surplus di comparto a sfiorare il miliardo e mezzo di euro, ovvero a tornare su valori pre-crisi”.

Moda Uomo: poca fiducia nell’anno nuovo
Per quanto riguarda le prospettive 2013, le stime elaborate da Sistema Moda Italia alla vigilia dell’ottantatreesima edizione di Pitti Uomo a Firenze dicono che gli operatori non appaiono ottimisti. Sulla base delle rilevazioni campionarie condotte da Smi nel mese di ottobre, “il 56% delle aziende operanti nel vestiario esterno maschile, interrogate sulle aspettative a breve, propende per una ‘stabilità’ delle condizioni congiunturali sperimentate nel 2012, mentre il restante 44% teme un peggioramento. Con riferimento agli ordini relativi alla prossima primavera/estate 2013 si conferma una bassa crescita del mercato estero (lievemente inferiore all’1%), con un mercato interno, invece, tornato negativo (-8% circa). Anche il 2013, così come il 2012, si caratterizzerà per una spinta proveniente soprattutto dalle aree extra-UE”.
Nel 2012 prosegue “un clima di forte debolezza del consumo delle famiglie italiane. Smi stima, per il quinto anno consecutivo un decremento in termini nominali dei consumi nell’ordine del -4,7%”. La stagione autunno/inverno 2011-2012 si chiude con un calo delle vendite a valore “senza precedenti, pari al -6%”. In ambito retail, solo outlet ed e-commerce mostrano una crescita del sell-out, facendo registrare un boom del +42%. “Questa categoria ha raggiunto una quota pari al 12% del sell-out settoriale, rispetto all’8% della precedente stagione autunno/inverno. Il dettaglio indipendente ha evidenziato un decremento del 10,2%”.