I dati Istat certificano che la produzione è crollata del -80%, il doppio delle altre industrie .

La moda Made in Italy vive ad aprile il suo incubo più profondo: tra tutti i principali settori di attività economica è quello che registra le diminuzioni tendenziali più accentuate arrivando per le industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori al -80,5%.
Non si tratta di stime o tendenze, ma di un dato ufficiale rilevato dall’Istat.
Per il complesso dell’intera produzione industriale nazionale, aprile ha fatto registrare una nuova marcata contrazione su base mensile, pari al -19,1%, seppure meno ampia di quella di marzo, che era al -28,4%. Nella media del periodo febbraio-aprile, invece, il livello della produzione è calato del -23,2% rispetto ai tre mesi precedenti, con un effetto su base annua che segna una caduta al -42,5%.
Dopo il comparto moda, le misure di contenimento dell’epidemia di Covid-19 hanno determinato la forzata chiusura dell’attività di molti settori per l’intero mese, con effetti negativi rilevanti sui livelli produttivi: fabbricazione di mezzi di trasporto, -74,0%; altre industrie, -57,0%; fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche, -56,3%. Percentuali ovviamente minori hanno interessato i prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (-6,7%) e le industrie alimentari, bevande e tabacco (-8,1%).

La valutazione sul futuro del Paese – commenta l’ufficio studi della Confcommerciosi gioca sulla rapidità della ripresa che si osserva a maggio e sul suo eventuale rafforzamento a giugno.
Le informazioni giornaliere sulle percorrenze dei veicoli pesanti e leggeri, dell’energia elettrica immessa in rete e del gas per uso industriale convergono nell’evidenziare che aprile segna certamente il punto di minimo della congiuntura. Gli interventi pubblici di sostegno alle attività produttive che hanno di più patito la crisi andrebbero concentrati e rafforzati per sostenere la ripresa dell’economia che, in termini di prodotto e di occupazione, si potrà costruire solo attraverso e dentro le imprese”.