Anche il terzo trimestre del 2020 è fortemente negativo sia sul mercato interno sia per l’export

Secondo i dati emersi dalla “Terza Indagine relativa all’impatto del Covid-19 sulle imprese del settore”, a cura del centro studi di Confindustria Moda, le aziende italiane del fashion hanno registrato anche nel terzo trimestre del 2020, quello che meno è stato condizionato dalla pandemia, un calo medio di fatturato pari al -27,5% rispetto al 2019, che si va ad aggiungere al più grave -36,2% del primo trimestre e al pesantissimo -39% del secondo.
Quindi, le stime aggiornate ci dicono che la contrazione del fatturato complessivo per il 2020 si attesta a -29,7%, per una perdita totale stimata in 29 miliardi. Allo stesso modo, la raccolta ordini del terzo trimestre segna un -24,7%, contro il -37,3% registrato nell’arco di tempo aprile-giugno.
Circa l’86% delle aziende del panel prevede perdite nel fatturato annuo superiori al -10%, nettamente peggiori rispetto alle previsioni che vedono il Pil italiano calare del -8%. Il 29% delle aziende interpellate vedrà un calo del fatturato compreso tra il -35% e il -50%; un ulteriore 15% del campione arretrerà di oltre il -50%.
Per quanto riguarda l’export, nei primi sette mesi dall’anno l’andamento dell’export dei settori rappresentati da Confindustria Moda ha ceduto il -26,4%, contro il -14,0% del settore manifatturiero nel suo complesso.

Cirillo Marcolin
presidente
Confindustria Moda

È sempre più grave la crisi del settore del Tessile, Moda e Accessorio, oramai impotente di fronte a questa seconda ondata pandemica. Le aziende che compongono le nostre filiere sono generalmente piccole e medie imprese, ed è quindi naturale che vengano più colpite rispetto alla media.
Anche l’andamento del fatturato nel terzo trimestre conferma una debolezza più marcata rispetto ad altri settori, dovuta da una parte alla diminuzione del mercato domestico, e dall’altra alle grandi difficoltà nell’export, attività che storicamente ha aiutato tutto il Made in Italy.
Ne è prova il massiccio utilizzo della cassa integrazione che per 1 azienda su 2 riguarda oltre il 60% dei dipendenti.