La crescita del fenomeno vegano, dopo cosmetica e moda, impone la rinuncia alle scarpe di pelle

The Indipendent ha pubblicato un’intervista a Kenny Wilson, CEO di Dr. Martens, lo storico marchio di anfibi inglesi. Con la loro linea intramontabile e la caratteristica suola di gomma, per decenni queste calzature hanno vestito i piedi di postini, operai e poliziotti inglesi e dal 1960 sono diventate una icona della cultura underground. Stando ai dati di bilancio presentato il 31 marzo, nella sua intervista Wilson sottolinea l’aumento dei profitti attribuendolo principalmente al successo della gamma di stivali vegani. Secondo The Independent, l’aumento dei margini su questi prodotti specializzati ha comportato un complessivo aumento dei profitti del +70% su base annua, paria a 85 milioni di sterline. Le vendite della linea vegana di Dr. Martens sono cresciute di “multipli del cento per cento”, ha dichiarato Kenny Wilson, basti pensare che tra il 2017 e il 2019, l’azienda ha visto un aumento del +279% delle paia di scarpe vegane vendute. Per Dr. Martens, la sua linea vegana riveste oramai un ruolo strategico determinante nelle vendite globali, tanto che è prevista l’estensione delle linea a nuove referenze vegetali.

Il settore
in Italia

Anche per l’economia italiana, la produzione cruelty free sta assumendo un concreto rilievo. Il comparto sviluppa complessivamente un fatturato di 78 miliardi di euro e conta solo nell’industria calzaturiera circa 4.500 aziende e 75.600 addetti, secondo gli ultimi dati disponibili dell’anno 2018. Il saldo commerciale è da sempre attivo e il fatturato annuo del settore calzaturiero risulta essere attorno ai 14,3 miliardi di euro. Negli anni il settore della moda, e quello delle calzature in particolare, ha visto un graduale avvicinamento dei grandi retailer della moda pret a porter ed oggi sono molti coloro che propongono linee cruelty free, scarpe e accessori vegani a prezzi accessibili.