Tessuti, scarpe e abbigliamento realizzati con il ‘saper fare’ italiano troveranno casa a Ho Chi Minh City, in Vietnam: è il progetto che Michele Scannavini, presidente dell’Ice, ha promosso per questo 2018 inaugurando due parchi tecnologici specializzati nei quali opereranno una serie di aziende italiane.
Si tratta soprattutto di produttori di macchine utensili, comparto nel quale l’Italia è leader mondiale e conserva ancora un vantaggio competitivo dettato dalla sua lunga tradizione nell’abbigliamento: il prima linea, il Veneto con le imprese che realizzano le macchine per la calzature di lusso della Riviera del Brenta. È un terreno che vive di una fortissima concorrenza da parte del colosso cinese, con i retailer di mezzo mondo che, spinti a cercare profitti maggiori, hanno attuato già dai primi anni Duemila una fortissima politica ribassista sulla leva del prezzo, costringendo le migliaia di imprese della filiera del tessile a tagliare i costi di produzione. È su questo terreno che l’Ice prova ad invertire la tendenza investendo in un Paese con un tasso di crescita vertiginoso, che viaggia a vele spiegato con un modello capitalistico dirigista sulla falsariga di quello cinese.

Si comincia dalle scarpe, ma l’obiettivo è esportare l’intero sistema ‘all’italiana’

«L’idea – spiega Scannavini – è quella di creare due distretti composti interamente da aziende vietnamite aiutate dalla nostra cultura e dal nostro saper fare». Per sviluppare un modello industriale vietnamita che possa lavorare con i macchinari italiani.
Le macchine tessili d’altronde sono di gran lunga la tipologia produttiva più esportata in Vietnam tra i diversi macchinari compresi in Federmacchine, la federazione dei produttori di beni strumentali. «La prospettiva – conclude Scannavini – è quella di allargare questa esperienza portando una domani qui in Vietnam anche la nostra logistica, la nostra industria del packaging e la distribuzione».