A primavera la grande mostra per l’autocelebrazione di nascita e storia della moda statunitense .

Durante la Fashion Week di New York sono state annunciate alcune anticipazioni circa la grande mostra che nella prossima primavera sarà proposta dal “Costume Institute del Met” per celebrare la nascita dello stile americano. Il titolo della grande esposizione sarà “Anthology of Fashion” e rappresenterà un seguito dell’altra mostra aperta in settembre, “Lexicon”, sul vocabolario della moda made in Usa.
Dalle parole del curatore, Andrew Bolton, si è appreso che la mostra prevede circa cento capi in esposizione che saranno ambientati nelle 13 sale della American Wing che ricostruiscono vere abitazioni d’epoca. L’eccezionalità dell’evento è sottolineato dalla partecipazione di otto straordinari registi che creeranno delle “vignette cinematografiche” a corredo degli abiti esposti e i nomi sono tra i più altisonanti della cinematografia d’oltre oceano: Martin Scorsese, Sofia Coppola, Regina King, Chloé Zhao, Janicza Bravo, Julie Dash, Autumn de Wilde e Tom Ford.
L’obiettivo è mostrare «narrative poco familiari, filtrate attraverso l’immaginazione di alcuni dei più visionari registi americani – ha detto Bolton – Molti protagonisti erano finora note a pie’ pagina. Molte erano donne, come Ann Lowe, pronipote di schiavi e la prima afro-americana a farsi strada nella moda che divenne celebre nel 1953 per aver disegnato l’abito da sposa di Jackie Kennedy».

Tutti gli abiti in mostra vengono dalle ricche collezioni del museo e spesso con storie curiose alle spalle come i due cappotti di Brooks Brothers: uno appartenuto a Abraham Lincoln e l’altro a un cameriere schiavo di un ricco casato.
E verrà ricordata con una ‘vignetta cinimatografica’ la cosiddetta “Battaglia di Versailles“: nel 1973, cinque stilisti americani (Halston, Steven Burrows, Oscar de la Renta, Bill Blass e Anne Klein) sfidarono alttrettanti e ben più famosi colleghi francesi (Givenchy, Ungaro, Cardin, YSL e Marc Bohan per Dior). Gli americani vinsero grazie alla verve di Liza Minnelli, che aveva da poco vinto l’Oscar per “Cabaret” e aprì e chiuse la passerella statunitense accompagnata da dieci ballerine di Broadway.