CNA Federmoda, assieme alle altre associazioni imprenditoriali e sindacali del settore, ha redatto e condiviso nuove tabelle del costo orario del lavoro per contrastare la concorrenza sleale nella subfornitura della filiera della moda italiana.
«Vogliamo rispondere innanzitutto all’esigenza di rendere etico il nostro modo di produrre – commenta Pier Giorgio Silvestrin, Presidente regionale di CNA Federmoda Veneto creando condizioni di parità nella concorrenza e dando solo alla qualità del lavoro il valore aggiunto che può fare la differenza. Abbiamo verificato l’esistenza di una disparità economica su tutto il territorio nazionale e la conseguente debolezza contrattuale della subfornitura rispetto alla committenza. Con questo accordo creiamo le basi per una competizione utile alla crescita, tanto delle imprese quanto dell’occupazione, grazie a condizioni certe e capaci di premiare chi le regole le rispetta. Applicando queste nuove tabelle committenza e contoterzista avranno la certezza di dare al Made in Italy il giusto valore. Solo così possiamo tutelare la qualità che è il nostro tratto distintivo».

Le tabelle sono una garanzia per la qualità anche a tutela del consumatore responsabile

Le “tabelle del costo del lavoro”, che vanno parametrate con gli integrativi regionali e le quote della bilateralità dei territori, sono uno strumento che esprime la base su cui andare a formulare, insieme ad altri parametri economici, i valori nella contrattazione privata fra committente e subfornitore. Sono valori di riferimento suddivisi per livello di appartenenza che, evidenziando il costo medio orario del lavoro, fissano inequivocabilmente un parametro omogeneo a cui sommare i costi fissi e la giusta remunerazione dell’attività d’impresa, per una reale sostenibilità economica del processo produttivo.
«Made in Italy – conclude il presidente regionale di CNA Federmoda – non significa solo realizzare le produzioni all’interno del confine nazionale, ma è dato anche, e soprattutto, da un saper fare unico così come da valori etici quali sostenibilità economica della filiera, tutela dei diritti di chi lavora, rispetto dell’ambiente e della salute dei consumatori, oltre che saperi e capacità di imprenditori e maestranze, che vanno assolutamente tutelati».