Il sospetto è che l’acquisto del brand voglia togliere dal mercato un concorrente troppo scomodo .

È già stato messo in programma nella settimana dal 9 al 13 settembre il prossimo incontro dei sindacati al Ministero dello sviluppo economico per affrontare la crisi del gruppo “La Perla”, marchio di grande diffusione nel mondo della lingerie Made in Italy.
L’azienda, fondata nel 1954 a Bologna dalla sarta Ada Masotti, dal febbraio 2018 è controllata dalla società olandese Sapinda Holding (poi diventata Tennor) di proprietà del finanziere tedesco Lars Windhorst.
Conta circa 1000 dipendenti in tutto il mondo: per le 126 dipendenti dello storico stabilimento di Bologna era scattata il 29 luglio scorso la procedura di licenziamento che i vertici aziendali hanno ora sospeso in attesa dell’appuntamento di settembre.

Daniela Piras
segretaria nazionale della Uiltec

Faremo di tutto per scongiurare i licenziamenti che colpiscono in particolare modelliste, sarte e operaie specializzate, tutte addette alla vita produttiva dell’azienda. Serve un concreto piano industriale di rilancio per tutelare la forza di penetrazione del Made in Italy e l’avviamento del marchio. È forte il dubbio che la proprietà voglia togliere dal mercato una realtà troppo competitiva per sopprimerla anziché salvarla favorendo, è questo il nostro sospetto, un diretto concorrente. Ora attendiamo dalla controparte un piano industriale degno di questo nome.

Sonia Paoloni
segretaria nazionale
Filctem Cgil

Va bene tagliare i rami poco produttivi del Gruppo La Perla quali scarpe e borse, tra l’altro mai realizzati nello stabilimento di Bologna, ma se la proprietà rinuncia alla “testa” della produzione e mantiene i negozi, i conti non tornano. Per questo motivo, stiamo chiedendo al governo il ricorso alla Cigs in deroga per un anno. Il tempo necessario per capire se ci sono altri acquirenti interessati al brand. I nuovi proprietari non hanno mai presentato un piano di rilancio né hanno trasmesso alcun piano marketing.