Descritto ‘romanticamente’ il riconoscimento della Maison per la professionalità dei dipendenti .

“Quella apparsa qualche giorno fa sulle pagine di Vanity Fair è una narrazione del mondo del lavoro totalmente irrispettosa delle professionali sarte e sarti della casa di moda Valentino”, scrive in una nota la segretaria della Filctem Cgil di Roma e del Lazio, Maria Mora.
Il ‘casus belli’ è in un articolo di Vanity Fair, la prestigiosa rivista di moda e costume, in occasione delle quattro premiere della Haute Couture Autunno/Inverno ’20-’21. La Maison di moda ha messo in piedi quest’anno una performance a metà tra esperienza fisica e digitale, con la ripartenza come tema centrale. Sulla scena, in primo piano, tutti coloro che hanno partecipato alla creazione dell’evento: da Pierpaolo Piccioli, direttore creativo del brand, alle sarte, dal fotografo Nick Knight alla modella Mariacarla Boscono.
Per celebrare questa scelta, Vanity Fair organizza una intervista alle sarte che lavorano a stretto contatto con lo stilista della Maison Valentino. Nell’articolo, si legge tra l’altro: “Per la bellezza, lui e le sue ‘ragazze’ hanno confuso il giorno con la notte, rinunciato a qualcosa, dimenticato di mangiare”: è questo erroneo modo di interpretare la professionalità che non è piaciuto alla CGIL.

È grave – si legge nel comunicato-denuncia dell’organizzazione sindacale – raccontare l’impegno delle lavoratrici e i lavoratori con frasi dei questo tipo.
Conosciamo bene il lavoro della sartoria dell’alta moda e quanto la creatività sia fondamentale in tutto il processo, ma non possiamo permettere che si confonda l’amore per il proprio lavoro con l’eccesso di lavoro straordinario.
Non è romantico saltare i pasti e ore di sonno per problemi di organizzazione del lavoro, problemi che ormai conosciamo troppo bene. Apprezziamo l’attenzione dimostrata nelle ultime collezioni, e nell’articolo, per le lavoratrici e i lavoratori della sartoria dal direttore creativo Pier Paolo Piccioli, ma vorremmo però che si traducesse anche nella pratica aziendale”.