Per il post-pandemia il settore si prepara a migliaia di assunzioni ma mancano le figure formate

Se il tessile-moda-accessorio (Tma) ha chiuso il 2020 con una perdita del -26%, meglio è andata all’inizio del 2021, ma per costruire il futuro serve ora innestare nella filiera migliaia di nuove professionalità, almeno 10mila delle quali, di fatto, mancanti o introvabili.
Una recente indagine “Excelsior” delle Camere di Commercio prevede, tra agosto e ottobre, nel “solo” tessile-abbigliamento-calzature circa 25mila assunzioni. La maggior parte di queste sono nell’area di produzione, seguita da vendite e marketing, controllo qualità e logistica. Il 36% delle aziende ha dichiarato difficoltà nel reperimento delle figure cercate, in particolare tra i programmatori macchine, disegnatori tessile, addetti alla produzione pelletteria, addetti controllo qualità e sarti.
La richiesta di nuove professionalità c’è e ci sarà, manca l’offerta e soprattutto manca la formazione, con gli stessi formatori che devo anch’essi essere formati e coordinati verso le nuove esigenze del settore.

Carlo Capasa
presidente
Camera Nazionale della Moda

Dobbiamo immaginare un mondo del lavoro diverso nell’era post Covid. La pandemia ha accelerato trasformazioni in atto in tutti i settori e nel Tma in particolare. Per cavalcare i cambiamenti servono nuove professionalità, che potremmo definire ‘architetti’ di una cultura aziendale improntata su digitale e sostenibilità.
Idealmente, dovrebbe esserci un punto di riferimento per la scelta digital-sostenibile in ogni azienda: parliamo di 10mila posti di lavoro subito e 40-50 mila nei prossimi anni, perché ogni professionalità che già esiste dovrà evolversi, arricchirsi, con competenze digitali e di sostenibilità: il nuovo “abito mentale” in ogni momento delle nostre vite, lavorative e non solo.
In Italia abbiamo tante scuole eccellenti di moda e design e sempre più aziende investono su academy interne, ma servirebbe più coordinamento per far incontrare domanda e offerta.
Molti giovani e le loro famiglie e a volte persino gli insegnanti delle scuole primarie e secondarie hanno un’idea superata e sbagliata dei lavori nel nostro settore. Resiste solo la figura quasi mitica del creativo, dello stilista, ma c’è molto altro.