L’obiettivo è proteggere dipendenti e collaboratori di aziende che sviluppano intelligenza artificiale, che denunciano vulnerabilità legate alla tecnologia
Il 15 maggio è stata introdotta al senato degli Stati Uniti una nuova legge bipartisan chiamata “AI Whistleblower Protection Act (AIWPA)”. La legge si propone di proteggere dipendenti, ex dipendenti e collaboratori di aziende che sviluppano intelligenza artificiale che, in buona fede, denunciano potenziali vulnerabilità legate alla tecnologia, anche se queste non sono ancora state riconosciute come illegali. I denuncianti sono tutelati contro le ritorsioni, i licenziamenti, e altre forme di discriminazione. Con whistleblower (tradotto letteralmente: colui o colei che lancia un fischio) si intende una persona che segnala illeciti, abusi o comportamenti scorretti all’interno di un’organizzazione, pubblica o privata. Può trattarsi di violazioni della legge, o di pratiche non necessariamente illecite che però mettono a repentaglio la salute pubblica e gli equilibri sociali. Un esempio molto famoso degli ultimi anni, che riguarda proprio una azienda tech, è quello di Frances Haugen, che nel 2021 ha divulgato documenti interni che dimostrano come l’allora Facebook fosse consapevole dei danni causati dalle sue piattaforme, soprattutto sulle persone più giovani, ma che nonostante questo non stesse facendo nulla per arginarli. “Questo disegno di legge arriva in un momento critico per la sicurezza dell’AI, in cui è necessario consolidare gli standard di trasparenza e responsabilità nell’interesse pubblico attraverso la regolamentazione”, ha scritto Sophie Luskin su Tech Policy Press: “Con una potenziale ondata di deregolamentazione a livello statale e federale, la protezione dei whistleblower potrebbe diventare ancora più cruciale per garantire la responsabilità del settore dell’AI”. In Europa non esiste una norma specifica che riguarda il settore tecnologico. Ma c’è una direttiva dell’Unione, approvata nel 2019, che protegge i whistleblower sia nel settore pubblico che in quello privato. Nel diritto europeo le direttive, a differenza dei regolamenti, non sono direttamente applicabili nelle legislazioni nazionali, ma devono essere adattate dagli organi competenti di ciascuno stato membro. Esprimono principi generali, non regole di applicazione. Veniamo ora all’Italia. La direttiva sul whistleblowing è stata trasposta nel nostro ordinamento tramite il decreto legislativo n. 24 del 2023. Esisteva già, in precedenza, una legge del 2017. Il nuovo decreto rappresenta, in alcuni ambiti, un passo avanti. Ad esempio allarga le tutele anche al settore privato, che in precedenza era considerato solo marginalmente, equiparandolo di fatto alle pubbliche amministrazioni. Ma su altri punti è più controversa. “Ci sono alcuni punti della trasposizione della direttiva europea che si possono considerare regressivi rispetto a quanto era invece previsto dalla legge del 2017”, spiega Giorgio Fraschini, responsabile del programma sul whistleblowing di Transparency International Italia. “Questo è dipeso in parte dal contesto politico: al momento della trasposizione eravamo nel mezzo di un cambio di governo, e le direttive europee vengono recepite attraverso iniziative governative, poi ratificate dal Parlamento. Non c’è stato, inoltre, un vero coinvolgimento della società civile e degli attivisti nelle consultazioni”. Uno dei più punti che più stridono riguarda i sistemi di segnalazione. “Nella legge precedente, il segnalante poteva scegliere liberamente se usare un canale interno o esterno (come ANAC o la Procura), senza dover dimostrare di aver prima segnalato internamente o le ragioni per cui non voleva farlo. Oggi, invece, è stato creato un sistema gerarchico: prima il canale interno, poi eventualmente quello esterno”. Nonostante questo, la direttiva europea è considerata una legislazione solida. I principi su cui si fonda sono la protezione del segnalante, l’onere per le organizzazioni di creare canali di segnalazione sicura, e l’obbligo per gli stati membri di introdurre sanzioni efficaci. Se si parla di grandi aziende, sia la direttiva che la sua trasposizione italiana, di fatto prevedono delle tutele equiparabili a quelle per i dipendenti pubblici nel caso di aziende con più di 50 dipendenti. L’ importanza del whistleblowing non risiede solo nel fatto che si tratti di uno strumento utile in contesti nuovi o in cui la regolamentazione non è ancora ben sviluppata, come quello dell’AI. Il suo valore sta anche – e soprattutto – nella possibilità di far emergere impatti sociali e spesso nascosti nei processi organizzativi, istituzionali o tecnologici di organizzazioni pubbliche o private. È quindi, anche e soprattutto, un dispositivo sociale e di democrazia. La disponibilità di canali sicuri per segnalare potenziali violazioni alle autorità competenti migliora la capacità di regolamentazione delle autorità statali, Conclude Luskin: “Le misure di protezione per coloro che segnalano violazioni a un superiore o a una persona con l’autorità di indagare, scoprire o porre fine alla condotta scorretta, se attuate correttamente, contribuiscono, tra le altre cose, a creare una cultura di gestione del rischio più forte all’interno dell’organizzazione”. (Fonte: Wired) 7 giugno 2025 |