L’articolo 1° della “Disciplina organica della coltivazione della vite e della produzione e del commercio del vino” entrata in vigore con l’inizio dell’anno nuovo, come previsto dal “Testo unico del vino”, il vino, i prodotti della vite e i territori vinicoli verranno salvaguardati quali “parte del patrimonio ambientale, culturale, gastronomico e paesaggistico italiano, nonché frutto di un’insieme di competenze, conoscenze, pratiche e tradizioni”. Per il direttore generale di Federvini, Ottavio Cagiano de Azevedo: «è una cosa bellissima per tutti i produttori e per il Paese che riconosce e si impegna a tutelare il valore del comparto in termini di sostenibilità sociale, economica, ambientale e culturale».
Secondo Federvini, un po’ di semplificazione è stata introdotta anche se ci sono ancora retaggi e strozzature burocratiche che i decreti applicativi del Mipaaf potrebbero risolvere tagliando ulteriormente i carichi burocratici. «Come tutte le novità – continua Ottavio Cagiano – il Registro di Cantina ha spaventato molti. In realtà, l’investimento richiesto è alla portata anche delle piccole aziende e tanto più lo Stato investirà sulla banda larga tanto più migliorerà la vita degli operatori che fanno impresa non nelle grandi città, ma in aree rurali e remote. Detto ciò, il Ministero delle politiche agricole ha dimostrato in questo passaggio un atteggiamento collaborativo e formativo. Sta accompagnando sulle strisce pedonali gli imprenditori che vogliono attraversare la strada, e fino ad aprile non sono previste sanzioni in caso di errore. Il Registro è un passo avanti, e gli obiettivi meritano qualche difficoltà in fase di rodaggio».