Quattro milioni di bottiglie di vino novello Made in Italy prodotte nel 2012 hanno invaso il mercato a partire dal 30 ottobre: una produzione che risulta in calo quest’anno del 30 per cento, come sottolinea un comunicato della Coldiretti. La forte riduzione complessiva della vendemmia in Italia, con una produzione totale di vino al di sotto dei 40 milioni di ettolitri, ha indotto i produttori nazionali – osserva la Coldiretti – a riservare al novello un quantitativo minore di bottiglie rispetto al solito. A garantire comunque un vantaggio ai nostri produttori è la commercializzazione del novello anticipata quest’anno di ben sedici giorni rispetto al concorrente Beaujolais nouveau francese, che si potrà assaggiare invece solo a partire dal terzo giovedì di novembre e cioè solo dal 15 di novembre.
I prezzi di vendita sono stabili – sottolinea la Coldiretti – con una media di 5 euro a bottiglia. Il fatturato del vino novello è di circa 20 milioni di euro e sono oltre duecento i produttori con oltre un terzo del totale delle bottiglie che esce dalle cantine del Veneto che insieme al Trentino copre quasi la metà della produzione nazionale. La produzione italiana – precisa la Coldiretti – è caratterizzata soprattutto da novelli monovitigno con l’utilizzazione di un’ampia gamma di vitigni autoctoni (Teroldego, Ciliegiolo, Nero d’Avola, ecc.) anche se quelli più utilizzati sono nell’ordine Merlot, Sangiovese, Cabernet, Montepulciano e Barbera.

Vino novello: un fenomeno che va scemando
Il “vino da bere giovane” è nato negli anni ’50 in Francia, e precisamente nella regione Beaujolais, e deve le sue particolari caratteristiche al metodo di vinificazione che viene utilizzato. Questo è stato messo a punto dal ricercatore francese Flanzy ed è fondato sulla macerazione carbonica. Con questa tecnica, che è stata particolarmente apprezzata in Veneto dove si produce quasi una bottiglia su tre di tutto il novello italiano, si ottiene un vino con bassa gradazione (11 gradi) e bouquet aromatico. Il novello – spiega in un comunicato la Coldiretti – viene consumato soprattutto dal pubblico dei più giovani in abbinamento con i prodotti autunnali come le caldarroste. Dopo il grande successo ottenuto alcuni anni fa – continua la Coldiretti – il vino da bere giovane ha recentemente cominciato a perdere un po’ di smalto, pur se resta apprezzato come prima produzione enologica dell’anno. A frenare i consumi anche la limitata conservabilità che ne consiglia il consumo nell’arco dei prossimi 6 mesi.
Si aggiunga che sui consumi di quest’anno inciderà anche il crollo della produzione di castagne, nella tradizione consumate proprio con il vino novello. Un crollo determinato dall’andamento climatico avverso e dall’attacco di un parassita il “Cinipide galligeno del castagno” originario della Cina e che sta mettendo in serio rischio i nostri boschi e quegli allegri momenti conviviali a base appunto di castagne e vino novello.