Tra gennaio e maggio, il valore dell’import di vino sui primi dieci mercati mondiali è cresciuto del +3,8%, superando i 7,3 miliardi di euro: lo dicono i dati di Wine Monitor di Nomisma. Ma non si tratta di una buona notizia per l’Italia visto che le importazioni di vini italiani sono avanzate solamente del +4% mentre quelle di vini spagnoli e francesi sono balzate in avanti, rispettivamente, del +9% e del +8%.
«Le importazioni di vini italiani nei principali mercati mondiali – afferma nella nota Denis Pantini, responsabile Wine Monitor di Nomisma – continuano ad essere trainate dagli spumanti. La crescita per questa tipologia nei primi cinque mesi del 2016 è infatti superiore al 20%, mentre nel caso dei vini fermi imbottigliati la variazione è appena dell’1%». Il Regno Unito e gli Stati Uniti si confermano i principali mercati di sbocco delle ‘bollicine’ italiane, con il Prosecco a farla da padrone e che si fa strada pure in Francia, patria dello Champagne: «nei primi 5 mesi del 2016 – specifica Pantini – le importazioni in Francia di spumanti Dop italiani, escluso l’Asti, sono praticamente raddoppiate rispetto all’anno scorso, passando da meno di 9 mila a quasi 19 mila ettolitri, per un valore corrispondente di 6,5 milioni di euro». A giudizio di Wine Monitor di Nomisma, in questo momento, i vini fermi italiani vanno lentamente negli USA, l’aumento è inferiore al 2%, mentre in Cina e in Russia le importazioni sono cresciute in valore rispettivamente del 42% e 16%.