E si prevede che l’export possa segnare un giro d’affari di 6,2 miliardi (grazie agli spumanti) .

Grazie a una primavera fredda e piovosa e un inizio estate caldo e secco, la vendemmia appena cominciata al Sud, e che al Nord scatterà subito dopo Ferragosto con qualche giorno di ritardo rispetto allo scorso anno, è foriera di una produzione di vini potenzialmente eccellenti.
Confagricoltura ha realizzato una rilevazione su alcune aziende campione distribuite in tutte le Regioni dalla quale risulterebbe che, dopo un 2018 eccezionale per volumi, la prossima vendemmia vedrà un calo del -6% nella raccolta (se non si verificheranno eventi meteo straordinariamente negativi nella seconda metà di agosto o nelle prime settimane di settembre).
Leggermente più pessimistiche le stime fatte da Coldiretti indicano una calo della produzione a livello nazionale attorno al -10%. Una diminuzione che però non toglie all’Italia il primato mondiale nella produzione, con una stima tra i 47 e i 49 milioni di ettolitri di vino contro i 43-46 della Francia e i 40-44 della Spagna.

Qualche numero
sul ‘peso’ del settore


Secondo i dati di Confagricoltura, il settore vitivinicolo coinvolge 300.000 mila aziende per 652.000 ettari adibiti a vigneti. Il fatturato del settore ammonta a circa 10 miliardi di euro per un export di 6,2 miliardi, in aumento rispetto al 2018 (nel primo quadrimestre le vendite sono aumentate del +5,2%). A trainare il settore sono soprattutto gli spumanti (sempre nel primo quadrimestre +8,7% nell’export, bilanciando il calo quasi identico del vino sfuso). Il calo produttivo sarà più sensibile in Friuli Venezia Giulia (-20%), Umbria (-12%) e Veneto (-12%). Aumenti di produzione invece nel Lazio (+16%), Molise (+10%) e Calabria (+9%). La Toscana registra un dato praticamente identico a quello del 2018.