Il Regolamento Europeo 1308/2014 e il suo recepimento da parte del Governo nel Testo Unico della Vite e del Vino vieta di riportare la regione di appartenenza del produttore sull’etichetta di un vino qualora questa dovesse coincidere con una DO o una IG alla quale l’azienda produttrice non sia aderente. Contro questa norma si è immediatamente schierata la Fivi, la Federazione Italiana dei Vignaioli Indipendenti, che ha annunciato disobbedienza civile a partire dal primo di gennaio, se la norma non verrà abolita.
La norma era già valida per tutti i materiali aziendali, etichette a parte: erano già passibili di sanzioni tutte le aziende che riportavano sui loro materiali di comunicazione, dai siti internet alle brochure, dai cataloghi dei prodotti ai cartoni personalizzati, il nome della loro regione di appartenenza, lì dove questa coincide con una DO o una IG. Se l’imposizione di questa ulteriore estensione, che rappresenta un costo senza alcun beneficio, non venisse modificata la Fivi, che conta ad oggi circa 800 iscritti in tutta Italia, annuncia che i vignaioli agiranno coscientemente in violazione della legge e pubblicheranno in grande evidenza sui loro siti aziendali la loro regione di appartenenza. «È un’azione forte – dice la presidente Fivi, Matilde Poggi – ma sentiamo il dovere di far sentire la nostra voce per tutelare gli interessi di tutti i vignaioli italiani. I nostri vini sono i portavoce delle zone viticole di tutta Italia, sono messaggi in bottiglia che parlano a tutto il mondo del nostro Paese. Insieme a tutti i nostri colleghi produttori del comparto agroalimentare nazionale siamo ambasciatori della nostra terra; ma come possiamo raccontarla al mondo senza nemmeno poterla citare?».