Volontari e istituzioni si sono ritrovati a fine settembre nel Feudo Verbumcaudo per la prima vendemmia della legalità nelle terre confiscate al boss mafioso Michele Greco. Un anno fa, un colpo d’arma da fuoco esploso contro la tabella con il simbolo della Repubblica Italiana, posta sul vigneto intitolato a Placido Rizzotto e gestito dalla cooperativa Lavoro e Non Solo. Dal Cataratto ed altre specie autoctone, impiantate grazie ad un progetto finanziato dall’Irvo che intende preservare le varietà di vigneto autoctone, verranno prodotti i primi vini attraverso delle vinificazioni sperimentali.
«Lo Stato, grazie all’impegno di volontari ed istituzioni – afferma l’Assessore regionale all’agricoltura, Antonello Cracolici – si è riappropriato di un’area dove in passato la mafia dominava e spadroneggiava. Adesso queste terre sono diventate un presidio di legalità ed un luogo di produzione. L’Assessorato all’agricoltura sta lavorando in sinergia con i sindaci del Consorzio Madonita Legalità e Sviluppo con la Cooperativa Lavoro e Non Solo. In questi luoghi stiamo portando avanti progetti per la conservazione delle varietà vitivinicole siciliane, la produzione di specie da reddito e la sperimentazione sul potenziale produttivo di alcune varietà minori di vigneto autoctono». «L’Irvo ha realizzato su una porzione del fondo – afferma il direttore, Vincenzo Cusumano – la “Banca del germoplasma viticolo siciliano” con l’impianto di un vigneto sperimentale a contro spalliera che ospita una trentina di varietà autoctone. Stiamo testando alcune di queste varietà, in collaborazione con alcune aziende del settore, per verificare le potenzialità produttive e di mercato di questi vitigni».