Nell’ambito di Expo, l’Unione italiana vini ha organizzato una tavola rotonda dal titolo “Europa del vino e commercio globale: esperienze e prospettive” con l’obiettivo di fornire una panoramica complessiva sullo status e sulle prospettive del comparto vitivinicolo europeo, dialogando con i più autorevoli esponenti delle associazione europee dei produttori vitivinicoli e con le istituzioni italiane.

«Abbiamo voluto aprire i lavori di questa importante giornata qui al Padiglione del vino italiano – ha detto Domenico Zonin, presidente dell’Unione italiana vini – per condividere con i colleghi produttori europei l’intensa esperienza che offre questo Padiglione e per ritrovare nella radice comune del nostro vino un’ulteriore spinta verso una strategia commerciale unitaria». «L’incontro è un’occasione speciale – ha evidenziato il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani – sia per il luogo in cui si svolge, sia peri positivi commenti registrati da tutti i partecipanti che ci gratificano del grande lavoro svolto e degli ingenti investimenti effettuati come Veronefiere per realizzare il primo padiglione dedicato al vino che sia mai stato fatto in una Expo dalla sua prima edizione. Un’occasione che ci permette anche nell’ottica del 50° Vinitaly, in programma dal 10 al 13 aprile del prossimo anno, di ampliare la collaborazione con l’Uiv e con tutte le associazioni azioni europee dei produttori di vino, in una logica di incoming».

Un successo internazionale per il Padiglione del vino all’Expo

«Il padiglione – ha evidenziato Jean Marie Barillère, direttore attività Moët & Chandon Champagne – è molto divertente e offre un’esperienza estremamente ben costruita, trasmettendo emozioni e ottime spiegazioni. In particolare, il piano terra è legato fortemente alla storia e al mondo del vino che abbiamo avuto in Italia durante il periodo romano e latino, e quindi riguarda tutta l’origine del vino che ha caratterizzato l’intera civilizzazione romana e cattolica».

«Un’esperienza eccellente: conosco l’evoluzione del vino italiano – ha commentato George Sandeman, membro del Cda di Sogrape Vinhos – e ritengo che sia stato trovato un equilibrio perfetto nella rappresentazione della sua storia e innovazione. Mi ha particolarmente colpito l’area tasting, perché offre una completa rappresentazione della produzione italiana». Diego Talavera, direttore vendite di Murviedro (Schenk Group), si è detto «favorevolmente colpito dall’approccio con cui è stato pensato il padiglione, perché è molto aperto, non ha barriere e permette così di accedere e apprezzare l’estrema varietà della produzione. Presenta in modo moderno le origini, la storia e ciò che ne è derivato. Parla in modo chiaro del vino al consumatore finale – ha concluso Talavera – anche grazie alla guida dei sommelier con cui è possibile instaurare una importante interazione».