Periodicamente gli esperti del vino cercano una risposta definitiva ma il dibattito resta aperto

Secondo una ricerca di Edouard Pelonnier-Magimel dell’Istituto di Scienze della Vite e del Vino di Bordeaux, riporta dal magazine francese “Vitisphere”, il 75% dei vini rossi di Bordeaux fermentati senza solfiti presenta dei difetti.
Abbiamo comprato – si legge nella ricerca – 52 vini delle annate 2015 e 2016 etichettati come senza solfiti aggiunti nei supermercati, nelle enoteche o direttamente dalla tenuta, e, allo stesso tempo, abbiamo raccolto vini equivalenti in termini di prezzo, regione geografica e influenza del legno, ma che contenevano SO2”.
I ricercatori hanno prima misurato la SO2 (la solforosa) totale in tutti i vini. “Solo 43 dei 52 vini presumibilmente senza solfiti aggiunti hanno raggiunto la soglia regolamentare di 10 mg/L. Quattro contenevano più di 30 mg/L e sono stati eliminati dallo studio”, dice Pelonnier-Magimel. I vini rimanenti sono stati degustati alla cieca da otto studenti che studiano per conseguire il “Diplôme National d’Œnologue”, e che conoscono molto bene i vini di Bordeaux.
Il 75% dei vini senza aggiunta di SO2 sono stati giudicati difettosi da almeno tre degli assaggiatori”. Al contrario, solo il 25% dei vini dell’annata 2015 con solfiti presentava difetti, e nessuno, secondo gli assaggiatori, guardando all’annata 2016.

L’altra diatriba che periodicamente anima il mondo degli amanti del vino è quella relativa al tappo: genericamente il consumatore italiano ritiene che quello in sughero sia una garanzia di maggiore qualità del vino che sta per acquistare, mentre il tappo a vite è riservato ai prodotti di fascia bassa.
La sezione di Milano dell’Organizzazione Nazionale degli Assaggiatori di Vino, Onav, ha organizzato una ‘sfida’ tra i due sistemi partendo dalla constatazione che oggi si stima che il 7% delle bottiglie in commercio subiscano problemi legati al sentore di tappo. Gli ospiti della serata milanese hanno assaggiato ‘alla cieca’ quattro versioni diverse del bianco Timorasso Derthona 2016 e del rosso Barbera Monleale 2016.
Soprattutto per il Timorasso, le differenti tappature hanno influenzato l’espressione aromatica e l’aula si è espressa quasi all’unanimità in favore del vino con la bottiglia tappata a vite. Minori le differenze per il rosso con i due sistemi di tappatura.