Le organizzazioni agricole e cooperative dell’Ue hanno inoltrato alla Commissione europea una lettera che, facendo seguito a quanto già sollecitato dalla Confederazione dei viticoltori Ue, richiede che “i prodotti europei i cui nomi sono tutelati dal sistema delle indicazioni geografiche, siano protetti dalle imitazioni anche in internet”. In sostanza il problema è quello di trovare una soluzione alla questione della protezione dei prodotti di alta qualità nel processo di registrazione di nuovi nomi di dominio in internet, come “.vin” e “.wine”, da parte dell’Icann, l’organismo Usa incaricato della loro concessione.
È noto che ci sono società totalmente estranee al settore che vogliono attribuirsi i nuovi domini web “.vin” e “.wine”, per poi vendere al miglior offerente spazi web denominati “chianti.vin” o “prosecco.wine”. I produttori di vini e del sistema di tutela europeo delle Indicazioni geografiche riconosciuto in diversi accordi bilaterali, ma non ancora a livello dell’Organizzazione mondiale per il commercio (Wto), chiedono al contrario che questi domini siano assegnati esclusivamente ai produttori.
Il problema è ora che all’inizio di giugno è scaduta la proroga di 60 giorni decisa dall’Icann per consentire, a chi detiene dei diritti sulle indicazioni geografiche e all’industria del vino, di trovare un accordo con i candidati all’acquisizione dei domini “.vin” e “.wine” contro il rischio di frode e sfruttamento improprio dello loro denominazioni. E ora?