La viticoltura Made in Italy deve affrontare la sfida nel vigneto, dove c’è spazio per interventi e miglioramenti grazie alla ricerca e all’innovazione scientifica e tecnologica: questa l’indicazione espressa dal primo Forum internazionale di “Wine Research Team WRT”, progetto voluto da Riccardo Cotarella, presidente dell’Assoenelogi e dell’Unione mondiale degli Enologi.
«Nei due anni di attività – ha esordito il presidente Wrt, Vincenzo Tassinari – abbiamo ottenuto molto spazio e la stessa nostra presenza ad Expo Milano 2015 è stata la testimonianza della validità della nostra rete di 35 imprese, a cui si sono appena associate un’azienda francese e una giapponese per sviluppare una alleanza tra scienza, ricerca e produttori». «Se non interveniamo – denuncia Attilio Scienza, docente e ricercatore di viticoltura all’Università di Milano – rischiamo di avere in futuro piante sempre più deboli. La sostenibilità del vigneto comincia con il rispetto del suolo per dare poi sostenibilità al nostro lavoro. Vogliamo conoscere cosa abbiamo nei nostri vigneti, scegliere gli strumenti migliori e programmare gli interventi più adatti». Da parte sua Sandro Boscaini, presidente della Federvini, ha sostenuto che «abbiamo bisogno di vendere le emozioni che vengono dalla terra e dagli uomini appassionati produttori di vino. Ma questo da solo non basta. Il mondo del vino deve infatti essere aggiornato anche secondo le indicazioni di scienza e ricerca per fare davvero l’interesse dei nostri viticoltori e dei consumatori».