Quella delle scimmie ubriache non è una leggenda. Un team di ricercatori di università ed istituti di ricerca portoghesi, britannici, statunitensi e giapponesi ha pubblicato su Royal Society Open Science uno studio che documenta scientificamente, per la prima volta, «l’ingestione di lunga durata e ricorrente di etanolo dalla palma da rafia da parte di scimpanzé selvatici a Bossou in Guinea, nell’Africa Occidentale.

Lo studio, protrattosi tra il 1995 e il 2012, certifica che “gli scimpanzé di Bossou ingeriscono il prodotto della fermentazione della palma, spesso in grandi quantità, nonostante una presenza media di etanolo del 3,1% e fino a 6,9% di volume di alcool”. Gli abitanti umani dell’area incidono le palme per raccoglierne la linfa in contenitori di plastica: anche gli scimpanzé utilizzano uno strumento, delle “spugne” fatte di materiale vegetale per raccogliere e bere la stessa linfa fermentata. Il comportamento degli scimpanzé della Guinea che, spugnandolo con le foglie, bevono “vino di palma” fino ad inebriarsi “è coerente con un certo grado di trasmissione sociale. Tutte le classi di età e sesso ingeriscono linfa di palma e non c’è alcun pregiudizio di sesso nella quantità di etanolo ingerita durante un evento di alimentazione”.

Non solo l’uomo si ubriaca: lo fanno anche gli scimpanzé

Lo studio evidenzia che , probabilmente, gli scimpanzé all’inizio sono stati attratti dal fatto che la linfa di rafia è ricca di vitamine e minerali e fornisce energia sotto forma di zuccheri, soprattutto saccarosio e glucosio, che la rendono dolce e gradevole al palato. Poi si sono accorti che la linfa fermenta molto rapidamente e che l’etanolo produce un odore e un gusto caratteristici. Dicono i ricercatori: “abbiamo osservato individui che consumano ripetutamente linfa di palma fermentata, spesso in grandi quantità, il che suggerisce che l’ingestione accidentale di etanolo è improbabile. I nostri risultati indicano chiaramente che l’etanolo non è un deterrente assoluto per l’alimentazione di questa comunità di scimpanzé”.

Per quanto questi animali possano essere considerati ‘intelligenti’ perché in grado di utilizzare abilmente strumenti per accedere alle fonti di cibo altrimenti difficili da raggiungere, bisogna dire che utilizzano solo le palme sfruttate dagli uomini per spugnare la linfa alcoolica con le foglie e non dimostrano di essere in grado di ottenere la linfa senza un precedente intervento umano sulla pianta.
Inoltre, anche se le fonti naturali di etanolo non mancano, in particolare frutta e nettari fermentati, le grandi scimmie si nutrono raramente di frutta caduta a terra.