Causa Covid, le giacenze sono aumentate del +234%: e un quarto del totale è conservato in Veneto

Secondo i dati di “Cantina Italia” dell’Icqrf al 16 settembre negli stabilimenti enologici italiani erano presenti 36,6 milioni di ettolitri di vino, 4,0 milioni di ettolitri di mosti e 495.907 ettolitri di vino nuovo ancora in fermentazione. Rispetto al 15 settembre 2019, questo si traduce in una riduzione delle giacenze del -3,7% per i vini, un incremento per i mosti del +17,0%, ma soprattutto preoccupa l’aumento dei vini in fermentazione che è pari al +234,2%.
Circa il 58% del vino in Italia è fisicamente detenuto nelle regioni del Nord. Nel solo Veneto è presente il 23,9% del vino nazionale, soprattutto per i quantitativi conservati nelle cantine delle province di Verona (10,1%) e di Treviso (8,5%).
Il 53,5% del vino detenuto è a DOP, con una prevalenza del rosso (59,5%). Il 25,4% del vino è a IGP, anche in questo caso con prevalenza del rosso (60,3%), mentre i vini varietali detenuti costituiscono appena l’1,5% del totale. Il restante 19,5% è costituito da altri vini.

In questo contesto, l’Italia ha inserito la distillazione del vino in caso di crisi nel programma nazionale di sostegno al settore vitivinicolo per il 2020. Finora, tuttavia, questa misura non si applica ai vini IGP o DOP: con una ulteriore specificazione tale vincolo è decaduto e i pagamenti nazionali copriranno i costi della distillazione di crisi anche per i vini più pregiati, che rappresentano la parte maggiore della produzione Made in Italy.
La consegna del vino alle distillerie avverrà su base volontaria. Il vino sarà distillato in alcole per uso industriale, compresa la disinfezione, o a fini farmaceutici o energetici. Il bilancio nazionale destinato a questa misura ammonta a €4 milioni, con un aiuto compreso tra €6,5 e €12,5 per ettolitro di vino destinato a essere distillato. Si stima che in totale saranno distillati 84.000 ettolitri di vino.