Il 2015 si chiuderà con una produzione di 519 mln bottiglie di vini spumanti pari al +10% sull’anno  precedente e, soprattutto, con un consumo interno in ripresa. A confermare questo trend, sono i dati assoluti di consumo relativi al Natale che passerebbero, secondo stime dell’Osservatorio, da 54 mln di bottiglie delle festività 2014 a 56,5 mln previsti per le prossime.

Interessante anche l’export di spumante italiano che, trainato dal Prosecco (+29%), con 362 milioni di bottiglie fa registrare per tutto il 2015 un +13% sul 2014. Tasso di crescita triplo, questo, rispetto a quello relativo all’export mondiale di bollicine pari a +4,1%. Domenico Zonin, presidente di Unione Italiana Vini (Uiv), commenta quindi con grande soddisfazione le stime fornite dall’Osservatorio del Vino relativamente al bilancio 2015 per i vini spumanti, sulla base dei dati elaborati da Ismea, da Uiv e da Sda Bocconi. «Numeri importanti per le bollicine italiane sia sul mercato interno sia all’estero – dichiara Raffaele Borriello, Direttore Generale di ISMEA – che quest’anno supereranno la soglia produttiva di 500 milioni di bottiglie, grazie soprattutto ad un export che viaggia a doppia cifra rispetto al 2014».

L’Italia sfonda il muro del mezzo miliardo di bottiglie di spumante

Grande importanza ha anche il segnale di ripresa che viene registrato per il mercato in Italia (+4%) trainato soprattutto dalle vendite presso la GDO (+8 a volume e +7% a valore) e l’Horeca, cioè tutto il settore delle imprese e della ricettività e della ristorazione.

È da dire che i dati delle stime potrebbero subire u  aggiornamento visto che il mese di dicembre, per molte realtà, rappresenta ancora un momento molto attivo che può far variare sensibilmente il risultato finale d’impresa. Per questo motivo i dati definitivi verranno presentati solo entro i primi sei mesi del 2016. Interessante evidenziare, però, che il consumo di spumante italiano nel mercato interno, grazie soprattutto al Prosecco, si è destagionalizzato, diventando vino ‘da tutto pasto per tutto l’anno’. Trend confermato dai dati: negli anni 2000 il 60% degli spumanti si consumava a Natale quando oggi, invece, il consumo è sceso al 35%. «Va evidenziato inoltre che l’export – conclude Domenico Zonin – si sposta verso gli spumanti di qualità che, in valore, fanno registrare un +16,4% per i Dop e un +57,5% per gli Igp quando invece gli spumanti ‘comuni’, pari al 14% a volume e al 12% a valore del totale esportato, perdono il 5,7% a volume mantenendo un debole +1,3%».