Secondo i dati Eurostat, l’Italia è stata nel 2017 l’esportatore n. 1 nella Ue di bollicine con 367 milioni di litri di vino frizzante esportato, pari al 45% dell’export totale dei 28 Paesi dell’Unione, seguita da Francia e Spagna. A far raggiungere all’Italia il primato, sono stati soprattutto il Prosecco e l’Asti.
Nella seconda posizione della classifica Eurostat, ma distaccata di quasi la metà, si piazza la Francia dove a farla da padrone è lo Champagne, con 184 milioni di litri, pari al 23% delle esportazioni europee. Terza, quasi a pari merito, c’è la Spagna, grazie al Cava, con 183 milioni di litri pari sempre circa al 23%. A distanza seguono poi la Germania, che ha esportato 31 milioni di litri, pari al 4% del totale della Ue e la Lettonia, con 10 milioni di litri di vino esportato, che vale l’1% del giro d’affari europeo.

Il mercato di destinazione è soprattutto quello USA, mentre in classifica ancora non entra l’Oriente

Nella classifica dei Paesi che acquistano il vino europeo, al primo posto, ovviamente, si piazzano gli Stati Uniti che l’anno scorso hanno acquistato 127 milioni di litri di vino frizzante sui 315 milioni complessivi esportati extra-Ue, pari quindi al 40%. Seguono, ma con quantità decisamente inferiori, la Russia (32 milioni di litri, pari al 10%), il Giappone (26 milioni, 8%), la Svizzera (20 milioni, 6%), il Canada (14 milioni, 4%) e l’Australia (13 milioni, circa 4%).
Anche se marginali, l’Europa non solo produce e vende all’estero, ma importa anche bollicine: un volume pari a 7,4 milioni complessivi di litri, provenienti principalmente da Australia e Sudafrica (rispettivamente 1,9 milioni pari al 25%, e 1,7 milioni pari al 23%), che insieme costituiscono la metà dell’import. A seguire, altro vino frizzante arriva dal Cile (1,1 milioni di litri, 15%), Nuova Zelanda (0,6 milioni, 8%), poi Argentina, Usa e Moldavia (ognuno 0,4 milioni, 5%).