È approdata alla Camera la discussione finale sul Testo unico del Vino che si propone, dopo una dettagliata consultazione con tutte le componenti della filiera, come un quadro normativo unitario, chiaro e completo che è prima di tutto uno strumento di semplificazione per la competitività del comparto. «In questa nuova legge – dichiara Luca Sani, presidente della XIII Commissione Agricoltura – la forte semplificazione amministrativa va di pari passo con la tutela di qualità, quantità e sicurezza alimentare. E allo stesso tempo si riconosce il vino come patrimonio culturale nazionale, prendendo atto che da tempo il vino non è più solo un alimento, ma anche paesaggio, civiltà rurale e ambiente social».
«La discussione in aula – prosegue Sani – arriva alla Camera in un momento significativo per la vitivinicoltura italiana, che quest’anno è regina nella produzione con una previsione di 48,5 milioni di ettolitri. Ma anche in coincidenza con alcune ricorrenze significative, come quella dell’editto di Cosimo IIII dei Medici, che nel 1716, riconobbe uno status speciale ai produttori del Chianti, o il cinquantennale dell’istituzione delle prime Doc (1966), che associarono l’identità territoriale al valore del prodotto. Quest’anno, inoltre, ricorrono i 30 anni dallo scandalo del metanolo del 1986, che non ha solo dato consapevolezza agli Italiani delle sofisticazioni, ma soprattutto ha avviato il processo di qualificazione della viticoltura nazionale dando il là ad un vero e proprio rinascimento».