Intervenendo all’inaugurazione di Vinitaly 2014 a Veronafiere, il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, ha esordito esprimendo una forte preoccupazione «rispetto a quello che avverrà dal primo gennaio 2016 quando spariranno i diritti di reimpianto e si passerà alle autorizzazioni: abbiamo necessità di avere chiarezza, di capire quali saranno le nuove regole e quale sarà l’impatto nazionale delle nuove superfici. Non è una disquisizione da tecnici, perché queste sono cose concrete che si traducono nel successo o nell’insuccesso della nostra vitivinicoltura».
Secondo un’indagine di Coldiretti per andare dalla campagna al mercato ci sono circa 70 provvedimenti e 20 enti da incrociare. «È giunta l’ora di mettere in piedi il registro unico dei controlli – ha detto Zaia – e fare in modo che la sburocratizzazione sia effettivamente reale. I nostri produttori non sono meno bravi di quelli francesi e hanno capito come si esporta; il problema è che l’ufficio complicazione affari semplici del nostro Paese blocca i prodotti in azienda e da lì non li fa uscire. L’agricoltura può dare un grande segnale su fronte della sburocratizzazione e fare in modo che i controllori che entrano nelle nostre aziende agricole siano coordinati tra loro, non rifacendo le domande già fatte da quelli che sono passati prima».

Inaugurazione Vinitaly: continua la guerra al vino in polvere
Il presidente Zaia nel suo intervento si è poi scagliato contro l’agropirateria e ha dichiarato la necessità di far guerra all’italian sounding. «Se dobbiamo definire bene quello che accadrà dall’1 gennaio 2016 – ha continuato il presidente della Giunta regionale – dobbiamo anche continuare a batter i pugni in Europa: la vicenda del Wine kit ce l’ha insegnato. Non la considero chiusa, perché nella stampa internazionale, soprattutto in Paesi del Nord Europa, continuano ad accarezzare l’idea che con un po’ di polvere magica e acqua si possa realizzare del buon vino. Noi lì dobbiamo fare il presidio. Dobbiamo difendere l’identità, abbiamo capito che dietro una bottiglia di vino nei mercati internazionali, in un momento come questo dove l’offerto è eguale alla domanda, si privilegia il vino che vende il territorio, il binomio prodotto – territorio. A livello internazionale – ha concluso il governatore del Veneto – coinvolgendo il presidente del Consiglio e il ministro degli esteri, si potrebbe chiedere infine che la diplomazia commerciale che dovremmo avere sia sempre più tale, e sia meno occupata in feste, tartine e party che non portano a casa nulla».