In Francia li chiamano ‘estremi’, ma gli italiani ci hanno messo un bel po’ di enfasi in più ed il nome è diventato ‘vini eroici’. Sono quelli prodotti da uve di vigneti che presentano almeno una tra le tre difficoltà strutturali considerate permanenti:

  • altitudine superiore ai 500 m sul livello del mare, ad esclusione dei sistemi viticoli in altopiano;
  • pendenze del terreno superiori al 30% per sistemi viticoli su terrazze o gradoni;
  • viticolture delle piccole isole.

Questi vini si danno annualmente appuntamento a Sarre, in Valle d’Aosta, per un concorso arrivato quest’anno alla 25esima edizione, il “Mondial des vins Extremes”. Per il 2017 sono stati selezionati e messi all’assaggio ben 740 vini provenienti da tutto il mondo, prodotti da 306 aziende vitivinicole.

Per la prima volta in concorso in Valle d’Aosta un vino palestinese

Dei vini in concorso, 404 sono stati vini italiani a rappresentare la produzione di 164 aziende, mentre le 336 etichette estere, in rappresentanza di 14 nazioni, provenivano da 142 produttori di ogni parte del globo.
Grande interesse ha raccolto il vino palestinese (qui la dizione ‘eroico’ trova maggiore motivazione) per la prima volta presente alla rassegna. Ma c’erano vini prodotti in Andorra e Georgia, a fianco di quelli provenienti dalla Francia e dalla Germania, dalla Grecia e dal Portogallo. Senza dimenticare le produzioni delle isole Azzorre, Canarie e Baleari.
Il “Mondial des vins Extremes” è organizzato dal Cervim (Centro di Ricerca e Valorizzazione per la Viticoltura Montana), in collaborazione con l’Assessorato Agricoltura della Regione Autonoma Valle d’Aosta, la Vival (Associazione Viticoltori Valle d’Aosta) e la sezione AIS – Valle d’Aosta, con il patrocinio dell’OIV (Organisation Internationale de la Vigne et du Vin) di VINOFED (Federazione Internazionale dei Grandi Concorsi enologici), e la relativa autorizzazione del Ministero alle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, e il partenariato di Valoritalia, società di riferimento per il settore vitivinicolo.