Negli ultimi 30 anni i consumi di vino si sono andato progressivamente calando toccando lo scorso anno il minimo storico dall’unità d’Italia con una stima di 33 litri a persona all’anno. Ma la tendenza sembra stia invertendosi e nel 2017 si registrano acquisti delle famiglie in aumento del +5% per i vini Doc mentre le Igt salgono del +4% e gli spumanti addirittura del +6%. Una svolta che è segnata dalla qualità: i vini comuni sono infatti in calo del -4%. Il dato emerge da un’analisi Coldiretti sulla base delle rilevazioni Ismea.
Complessivamente, con 31,8 milioni di ettolitri di vino consumati nel 2016, gli USA sono il primo consumatore mondiale; segue da Francia con 27 milioni di ettolitri e quindi l’ Italia a 22,5 milioni di ettolitri. Gli italiani sempre più consumano i vini locali, dal Lambrusco al Chianti, dal Montepulciano d’Abruzzo alla Barbera e al Vermentino. Con la sorpresa di produzione autoctone che, dopo aver rischiato la scomparsa, sono state rilanciate dagli agricoltori: dal Pecorino al Primitivo, dal Pignoletto alla Ribolla Gialla.

L’Italia resta al vertice della produzione mondiale sempre davanti a Francia e Spagna

Buone notizie quindi in un anno difficile visto che la vendemmia 2017 sarà tra le più scarse dal dopoguerra a causa del maltempo primaverile e della siccità estiva. Le previsioni danno un calo dei raccolti record del 25% per una produzione che oscilla tra i 40 ed i 42 milioni di ettolitri. Nonostante il calo, l’Italia manterrà comunque il primato produttivo mondiale davanti alla Francia dove le prime stime per il 2017 danno una produzione in forte diminuzione sul 2016, per un totale stimato attualmente tra i 36-37 milioni di ettolitri a causa delle gelate tardive. E non va meglio neanche in Spagna dove a ridurre la produzione è la siccità che sta mettendo a dura prova i viticoltori.