Clamoroso: conservare in casa bottiglie di vino rosso accelera il processo di invecchiamento delle componenti organolettiche quattro volte più che in cantina. Lo afferma la Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige in base agli esiti della ricerca “L’influenza della conservazione sull’età chimica dei vini rossi”, pubblicata sulla rivista “Metabolomics”. La particolare temperatura domestica indurrebbe “la formazione di composti, mai osservati prima, che nascono dall’unione tra i tannini e l’anidride solforosa accelerando l’invecchiamento del vino rosso”.
La ricerca ha monitorato per due anni le trasformazioni chimiche del vino Sangiovese contenuto in 400 bottiglie di vetro scuro chiuse con tappo di sughero. Duecento di esse sono state allocate nella cantina-laboratorio di metabolica della Fondazione Mach, ad una temperatura costante tra i 15 e i 17 gradi e con umidità del 70%, mentre le restanti sono state tenute in condizioni simili alla conservazione domestica, al buio, con una temperatura che variava tra i 20 e i 27 gradi.
«Sei mesi in appartamento fanno raggiungere al vino una età chimica che corrisponde ad un affinamento di due anni nelle condizioni ideali di cantina», ha spiegato Fulvio Mattivi, coordinatore del Dipartimento ministeriale di qualità alimentare e nutrizione e autore della pubblicazione. La ricerca è stata realizzata grazie al progetto “Qualità alimentare e funzionale” (Qualifu) finanziato dal ministero per le Politiche agricole, alimentari e forestali.