Era il 24 settembre del 1716 quando il Granduca Cosimo III De Medici decretava i confini di 4 territori di produzione del vino: Chianti, corrispondente all’attuale territorio del Chianti classico, Pomino (Chianti Rufina), del Valdarno di Sopra e di Carmignano. In occasione delle celebrazioni per i 300 anni della nascita, ante litteram, della DOCG, il Chianti classico ha ufficializzato la candidatura del Chianti, corrispondente al territorio del Gallo nero, a patrimonio dell’umanità Unesco.
Nel corso dei festeggiamenti è stato anche annunciato che il consorzio del Gallo nero si appresta a siglare un importante accordo di collaborazione con un altro territorio di elezione per la viticoltura: lo Champagne. Ad unire le due eccellenze sarà anche il riconoscimento Unesco che l’area dello Champagne ha già ottenuto e che il Chianti classico si candida ad avere. «Punteremo su vari fattori – ha detto il presidente del Gallo nero Sergio Zingarelli – dalle politiche di governance dei due territori alla tutela dei nostri nomi e marchi a livello mondiale. Probabilmente faremo insieme anche delle campagne di comunicazione per affiancare due eccellenze della produzione vinicola, francese e italiana, nel mondo». Il Consorzio proporrà anche di riconoscere il Chianti classico come un vero e proprio distretto rurale in virtù dei numeri di un territorio che, oltre al vino produce olio extravergine di oliva e turismo, complessivamente è in grado di generare un fatturato annuo globale stimabile in 700 milioni di euro.