Lo spumante italiano è primo al mondo per quantità ma nettamente secondo per valore. Quest’anno, infatti, con oltre 2,7 milioni di ettolitri di vendite nel mondo i produttori italiani hanno surclassato i francesi, fermi a 1,8 ettolitri. Ma la qualità francese ha fruttato ben 3 miliardi in valore, contro gli appena 990 milioni di euro ricavati dagli spumanti italiani. Al terzo posto è sempre la Spagna e questi tre Paesi garantiscono l’85% degli spumanti  venduti nel mondo.

I dati sono stati diffusi dal “Wine Monitor” l’osservatorio dedicato al vino dell’istituto bolognese Nomisma. Le stime sull’export 2015 indicano una crescita congiunta rispetto all’anno precedente dell’8% in volume e del 15% in valore per gli spumanti dei tre primi esportatori mondiali, con aumenti più elevati per i prodotti italiani che passano da 840 milioni di euro a circa 990 milioni di valore all’export. Pur a fronte di questo progresso, viene osservato, il divario con i vini frizzanti francesi resta molto ampio. «Nel mondo – osserva Denis Pantini, responsabile Wine Monitor di Nomisma – è soprattutto grazie agli spumanti se i consumi di vino sono in crescita: solo negli ultimi dieci anni, il consumo di ‘sparkling’ è aumentato di oltre il 30% contro una percentuale che, per quanto riguarda il vino nel suo complesso, non è andata oltre il 5%. Contestualmente, anche gli scambi internazionali sono cresciuti di oltre il 60% in valore e l’export di spumanti italiani è andato ben al di là di questa performance: +242%».

Il Prosecco conquista il mondo, ma lo Champagne è più ricco

Guardando alle tipologie di ‘bollicine’, circa l’80% dei quantitativi esportati dall’Italia fa riferimento a spumanti Dop, al cui interno il ruolo di attore protagonista spetta al Prosecco. “Che poi – chiarisce Nomisma – rappresenta il vero artefice di questo sorpasso ai danni dei francesi. Ha invece sofferto l’Asti che, al contrario, dal 2009 ad oggi è calato nei volumi venduti oltre frontiera di oltre il 30%».

A giudizio dell’istituto di ricerca bolognese, “i mercati dove il Prosecco sta conoscendo un vero e proprio boom sono il Regno Unito, gli Stati Uniti, la Svizzera, il Canada e i paesi Scandinavi mentre l’Asti sta subendo una riduzione delle vendite soprattutto in Russia, Germania, Stati Uniti e Giappone”. Secondo Nomisma, ancora, questo successo che sta particolarmente interessando il Prosecco in alcuni paesi “mette in evidenza una crescente ‘dipendenza’ dello spumante italiano da alcuni importanti mercati: oggi, i primi tre mercati esteri di sbocco assorbono il 69% delle quantità esportate contro un grado di concentrazione che, sempre per i top tre mercati di esportazione, è pari al 48% nel caso dello Champagne e al 53% per il Cava spagnolo”.