L’Italia, che sta conquistando il mondo con le sue bollicine grazie innanzitutto al Prosecco, ama bere lo Champagne e, escludendo la Francia, è il settimo mercato al mondo per questo nobile prodotto. Per gli italiani cìè solo una condizione, cioè che il prodotto sia di una qualità superiore alla media: nel 2015 sono giunte da oltralpe 6,3 milioni di bottiglie che per l’8,5% erano costituite da cuvée speciali e millesimati.
A fare il punto sul mercato nazionale delle bollicine francesi è il Bureau du Champagne in Italia che recentemente ha presentato a Milano la prima edizione dell’Académie du Champagne, un evento di formazione che ha coinvolto 180 professionisti del vino provenienti da tutta la Penisola ai quali è stata offerta la possibilità di degustare 13 millesimati. L’impegno del Bureau de Champagne nella formazione dei professionisti proseguirà ora in tutta Italia con gli “Incontri del Bureau du Champagne”, una decina di seminari da qui fino alla fine di dicembre in varie regioni rivolti al grande pubblico degli enoappassionati. «Un evento come l’Académie – commenta Thibaut Le Mailloux, direttore della comunicazione del Comité Champagne – è una ulteriore conferma della passione degli italiani per lo Champagne. L’Italia, con la sua ricchissima cultura enogastromica, ha un pubblico esigente, desideroso di conoscere sempre meglio l’unicità del terroir champenois e i suoi vini». Dal 2015 Coteaux, Maison e cantine della Champagne sono parte del Patrimonio Mondiale dell’Unesco che ha riconosciuto il valore eccezionale del suo paesaggio.