Sarà Silvano Brescianini, vice presidente di Barone Pizzini, a guidare per i prossimi tre anni il Consorzio della Franciacorta, primo metodo classico per le bollicine italiane. «Dobbiamo lavorare sulla qualità e sul posizionamento» la prima indicazione di mandato espressa dal neopresidente del Consorzio.
«Il 2018 – continua Brescianini – si è chiuso con un leggero apprezzamento ed una crescita delle esportazioni, per noi molto importante, perché il Franciacorta è apprezzatissimo in Italia, dove raccoglie sempre un grande successo, però dobbiamo lavorare anche per la promozione all’estero, formando i professionisti del settore, in Europa, Nord America ed Asia. Nel giro di vent’anni siamo passati da 4 a 17,5 milioni di bottiglie prodotte, una crescita lenta che poggia proprio sul mercato interno, da consumatori particolarmente esigenti, e questo è motivo di grande orgoglio. Ma dobbiamo comunque lavorare sull’estero, dove, grazie all’alta ristorazione italiana presente ormai ovunque, abbiamo la possibilità di portare la Franciacorta sulle tavole di tutto il mondo».

Presto un libro racconterà la storia e il territorio dai quali nasce il metodo classico del Franciacorta

Dopo una vendemmia 2017 molto scarsa, quella del 2018 è stata un’annata record e dovrà essere impegnata per gestire le scorte di magazzino così da arginare il calo produttivo dell’anno procedente.
Il neo presidente ha dichiarato che il Consorzio continuerà a puntare molto sui progetti di ricerca tecnica e di sviluppo, in particolare ciò che riguarda la sostenibilità e la biodiversità: già oggi quasi due terzi dei vigneti sono già a conduzione biologica. Ben quattro le università (Milano, San Michele all’Adige, Padova e Verona) con le quali è attiva una collaborazione per progetti specifici. «Parlando di comunicazione, pensiamo soprattutto a formazione ed informazione rispetto al nostro territorio ed alla sua storia, su cui nei prossimi mesi presenteremo un libro. Il nostro – conclude Silvano Brescianini – è il territorio da cui si produce, in media, il numero inferiore di bottiglie per ettaro con l’invecchiamento in cantina più lungo».